RICERCA PRODOTTI : {{query}}

{{errore}}
giovedì 22 marzo 2012

CARO BENZINA, L’UNICA STRADA
E’ CHE LO STATO DIMINUISCA LE ACCISE
Gastone Vicari, presidente provinciale dei gestori di impianti di distribuzione carburanti Confcommercio, parla di vendite in forte diminuzione
Comunicato del 22 marzo 2012

La benzina alle stelle sta mettendo in ginocchio non solo i consumatori, ma anche i gestori di impianti stradali di carburanti. Dati alla mano, in provincia di Vicenza, le vendite di carburanti nel mese di febbraio rispetto a febbraio 2011, sia di benzina verde che di gasolio, sono mediamente diminuite del 15% (il dato nazionale segnala un meno 17%). Ma  famiglie e imprese, già toccate da tempo dalla crisi, non solo mettono sempre meno benzina nel serbatoio dell’auto, ma saranno costrette a fare i conti con gli effetti propulsivi del “caro carburante” sull’aumento dell’inflazione.
“L’esito di questa situazione è sotto gli occhi di tutti” dice Gastone Vicari, Presidente della FIGISC provinciale, l’associazione di categoria dei gestori di impianti di distribuzione carburanti aderenti a Confcommercio Imprese per l’Italia – e noi benzinai siamo i primi a dover fare i conti con un calo evidente dei consumi, al quale vanno aggiunte le difficoltà legate ai crescenti costi di gestione, alle ristrettezze delle linee di credito e a politiche commerciali che deprimono i margini del gestore sotto la soglia critica.”
 “Detto che la benzina non sale solo in Italia, ma in tutto il mondo, anche nei paesi dove costa meno che in Italia, da un anno a questa parte il prezzo dei carburanti è aumentato mediamente di 30 centesimi/litro, ossia del 20% - spiega Vicari – e di questi 30 centesimi, 9 sono dovuti all’aumento del petrolio, 21 all’aumento delle imposte, come a dire che il 70% dei rincari è da attribuirsi alle maggiori tasse. In sostanza, per questo dobbiamo ringraziare principalmente lo Stato, che per recuperare risorse immediate, segue la più facile, vale a dire quella di aumentare le accise sulle benzine. Ovviamente il prezzo alto dei carburanti incide non solo sul portafoglio dei cittadini, ma anche sulle vendite dei nostri distributori, che sono in discesa libera”.
Questa situazione è ancora più difficile se si guardano le possibilità reali di far scendere il prezzo dei carburanti. Senza dimenticare che è già previsto un ulteriore aumento dell'Iva nel prossimo ottobre, tra incrementi del prezzo del greggio e calo dell’euro, l’unica è intervenire sulla componente fiscale, che è la più alta dell’intera Europa. Il prelievo dell’Erario sulle benzine in Italia arriva al 56% del prezzo alla pompa della verde e al 52% di quello del gasolio, ed è composto da una serie di accise, alcune anacronistiche, come 1, 03 millesimi di euro al litro per finanziare la guerra in Etiopia o 7 millesimi per la crisi del Canale di Suez, finita nel 1956. Ma la lista delle tasse sul consumo di carburanti, dai fondi per il terremoto del Belice a quelli per l’Irpinia, si è allungata nel corso del 2011 ben 4 volte, tra cui l’ultima con il “decreto Salva Italia”, per finanziare i trasporti pubblici locali, mentre prima c’erano stati due finanziamenti per il mondo dello spettacolo, uno sull’emergenza all’immigrazione e per finanziare i danni delle alluvioni in Liguria e Toscana.
“Non c’è altra strada se non quella di agire diminuendo le accise – dice il presidente Gastone Vicari -. Pensare di aumentare la concorrenza nel settore, che è già oggi spinta all'estremo, è un’ipotesi impercorribile. Per non parlare di qualche bizzarra idea delle compagnie petrolifere, che intende scaricare il minor prezzo alla pompa sui gestori. Si tratta di iniziative improponibili, che minano la dignità d’impresa, sia dal punto di vista reddituale che professionale. Si riduce il margine per i gestori ma i rischi d’impresa restano tali e quali, mentre le criticità aumentano: escalation dei prezzi, contrazione dei consumi, tavoli negoziali sempre più complicati con le compagnie petrolifere, episodi crescenti di criminalità, fotografano quella che è oggi la nostra realtà”.  

Condividi su Facebook Condividi su LinkedIn Stampa pagina