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venerdì 29 aprile 2011

LO SCENARIO DEL POST-ALLUVIONE: POCHI FONDI, QUALCHE CERTEZZA E LA SOLITA, ESTENUANTE, BUROCRAZIA
E’ quanto emerso nell’incontro con Regione, Genio Civile e Comuni di Vicenza e Caldogno, organizzato giovedì 28 aprile dalla Confcommercio provinciale
Comunicato del 29 aprile 2011

In attesa delle grandi opere sulle quali, ad eccezione della cassa di espansione sul Timonchio a Caldogno, ci sono poche certezze, l’unica arma sulla quale poter contare in caso di un nuovo evento alluvionale è la messa a punto, nei prossimi mesi, di un sistema di allarme puntuale, in grado di avvisare per tempo amministrazioni locali e  cittadini in caso di pericolo esondazione.
E’ questo uno dei punti cruciali emersi nell’incontro sui lavori post alluvione tenutosi giovedì 28 maggio nella sala convegni della Confcommercio di Vicenza, con il quale l’Associazione di via Faccio ha chiamato a raccolta gli operatori delle zone alluvionate per confrontarsi con i tecnici impegnati sul campo e con gli Amministratori. Accanto al direttore della Confcommercio provinciale Andrea Gallo, moderatore della serata, sedevano sul tavolo dei relatori Tiziano Pinato, dirigente della Direzione Difesa del Suolo della Regione Veneto; Giovanni Paolo Marchetti, dirigente tecnico del Genio Civile di Vicenza; i sindaci di Vicenza Achille Variati  con l’assessore ai Lavori Pubblici Ennio Tosetto e il sindaco di Caldogno Marcello Vezzaro.
In circa tre ore di interventi e di dibattito serrato con gli imprenditori intervenuti, i relatori hanno contribuito a fare chiarezza su molte questioni: sulle opere anti-alluvione, certo, ma anche sui lavori a Ponte Pusterla, chiuso per i danni subiti dagli eventi del 1. novembre, e sui rimborsi per chi, nel giorno di Ognissanti, ha avuto la propria attività allagata.
Proprio su quest’ultimo tema c’è da registrare l’appello lanciato dal sindaco di Vicenza Achille Variati ai titolari delle attività danneggiate: “Chi ha terminato i lavori di ripristino – ha detto – presenti quanto prima la richiesta di rimborso a saldo per gli interventi eseguiti, così da consentirci di chiedere al Commissario Straordinario Luca Zaia i soldi necessari”.
E a proposito di danni subiti, questa volta dalla città,  molto si è discusso della situazione di Ponte Pusterla (chiuso da quel fatidico 1. novembre), che sembra proprio emblematica di come nemmeno i “super poteri”, in questo caso del Commissario Zaia, riescano a sconfiggere la burocrazia. I soldi per sistemare il ponte, infatti,  ci sono: 1 milione e 450mila euro li ha in cassa il Comune e altri 750mila euro provengono da una donazione privata depositata in Regione. I progetti pure: predisposti preventivamente dagli uffici dell’assessore Tosetto. Ma da due mesi tutto è bloccato a causa della Corte dei Conti, che deve esaminare i passaggi burocratici del trasferimento della donazione dal Commissario Zaia al Sindaco Variati. “La delibera è ferma alla Corte dei Conti – ha tuonato Variati durante l’incontro –, che per legge avrebbe sette giorni di tempo per effettuare eventuali rilievi preventivi sul provvedimento. I sette giorni sono passati e la Regione potrebbe procedere comunque anche senza il loro parere, solo che se per caso poi la Corte individua qualche rilievo il rischio è che le “carte” vengano passate direttamente alla Procura della Repubblica”. Una “minaccia” che ha avuto l’effetto di bloccare l’iter. Variati ha comunque rassicurato gli imprenditori della zona: “Con o senza i soldi della donazione privata, in autunno la città riavrà il suo ponte: siamo infatti pronti a deviare su quest’opera i fondi destinati ad altri interventi”.
Un’altra certezza arrivata dall’incontro riguarda il bacino di espansione sul Timonchio previsto a Caldogno (essenziale per la sicurezza del Capoluogo). Tecnici e amministratori presenti sono stati concordi:  l’opera si farà perché la copertura finanziaria c’è e le diatribe con i coltivatori verranno superate o raggiungendo un auspicabile accordo, oppure con i poteri di imposizione del Commissario Straordinario. L’ingegner Pinato ha anche fornito una prima tempistica: il progetto sarà realizzato entro la fine dell’estate e i lavori appaltati entro fine anno. Sui tempi di esecuzione, però, il dirigente regionale non si è sbilanciato.
E nel frattempo? Con il rischio alluvione bisogna conviverci, anche perché restano molte incertezze sul reperimento dei fondi necessari a realizzare  tutte le altre grandi opere che dovrebbero evitare in futuro ulteriori eventi come quello di Ognissanti; il Genio Civile in questo momento sta infatti esclusivamente sistemando quanto è stato danneggiato in tutto il Veneto durante  tre eventi alluvionali che si sono susseguiti in quattro mesi. Per convivere con l’alluvione serve allora un sistema di allerta efficace. “L’Arpav ha ricevuto l’incarico – ha detto Tiziano Pinato – di completare una procedura che colleghi i dati relativi alle precipitazioni meteorologiche con i livelli e le portate dei corsi d’acqua. In questo modo le informazioni sul rischio alluvione inviate agli enti locali saranno puntuali e precise”. Il sindaco Variati, dal canto, suo ha precisato: “Con i dati che l’Arpav sarà in grado di fornirci abbiamo predisposto un modello comunale per gestire l’allarme con almeno quattro ore di anticipo. Per l’autunno prossimo saremo in grado di avere una situazione decisamente molto più sotto controllo e questo ci permetterà, con un sistema che integra avvisi acustici per mezzo di sirene e l’invio di informazioni con sms, di  mettere in allerta in modo efficace e puntuale i residenti e le attività situate nelle zone a rischio esondazione”.
Per dire che se non si riuscirà ancora ad evitare una possibile alluvione, almeno si potranno limitare i danni e questa è, a tutt’oggi, l’unica concreta risposta possibile se si ripresentassero le condizioni di quel tragico 1. novembre 2010.
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