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mercoledì 29 dicembre 2010

DOCUMENTO UNITARIO DELLE CATEGORIE ECONOMICHE SUL PTCP DELLA PROVINCIA DI VICENZA
Le proposte di Confcommercio, Associazione Industriali, Apindustria, Associazione Artigiani e CNA
Comunicato del 28 dicembre 2010

Le categorie economiche vicentine prendono posizione comune sul Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, il PTCP, lo strumento di pianificazione dal quale dipende il futuro assetto del Vicentino. Confcommercio, Associazione Industriali, Apindustria, Associazione Artigiani e CNA hanno steso un documento unitario che contiene una serie di proposte di modifica al Piano e che è stato inviato al presidente della Provincia, Attilio Schneck in vista del voto consiliare chiamato ad esprimersi sulle osservazioni pervenute quest’estate.
“Auspichiamo che le indicazioni e le proposte di modifica del PTCP siano tenute in debito conto – dicono le categorie -, nell’obiettivo di dotare la nostra provincia di uno strumento di pianificazione capace di dare risposte efficaci alle esigenze di tutela, valorizzazione e sviluppo del territorio, dell’economia e della comunità vicentina”.
Ecco, in sintesi, i contenuti delle richieste e delle proposte avanzate dal mondo economico alla Provincia.

Il rischio idraulico e idrogeologico
“Il PTCP – dicono le categorie - si limita a individuare gli ambiti di fragilità, dettando direttive che i Comuni debbono recepire e attuare. La recente alluvione impone una ben più decisa considerazione delle problematiche di difesa del suolo, per far sì che alla pura ricognizione delle aree a rischio si accompagni l’indicazione delle principali opere per ridurre l’esposizione al rischio del territorio vicentino”.

La risorsa acqua
Il divieto di realizzare discariche di materiale inerte nelle zone di ricarica della falda - dicono le categorie -, “provoca ripercussioni sia sulla sostenibilità economica delle attività che danno origine a tali rifiuti, sia sulla fattibilità logistica (disponibilità di siti, movimentazione dei materiali sulla rete viaria) della soluzione dettata dal PTCP. E’ quindi necessario ripristinare la deroga a tale divieto”. Si chiede inoltre di consentire da subito gli impianti geotermici a circuito chiuso anche prima dell’approvazione dell’apposito regolamento provinciale.

Il sistema delle Ville Venete
“Si ritiene che la disciplina debba essere rivista tenendo conto delle numerose segnalazioni provenienti dai Comuni e da privati, riconsiderando il perimetro dei singoli contesti figurativi abbinati a ciascuna villa, privilegiando l'utilizzo nel PTCP delle direttive di indirizzo della pianificazione comunale in luogo delle prescrizioni”.

Gli insediamenti produttivi
“Il PTCP - osservano le categorie - ripropone la “filosofia” del contenimento indifferenziato degli insediamenti produttivi. “La scelta deve accompagnarsi con misure di effettiva incentivazione alla riqualificazione delle aree destinate a restare produttive e alla riconversione di quelle dove sono in corso, o è opportuno che abbiano avvio, processi di sostituzione delle attività insediate”.
Non è chiaro poi - si osserva - se nelle intenzioni del PTCP il miglioramento qualitativo e ambientale delle aree produttive esistenti possa tradursi anche nella realizzazione di nuove aree, seppur “in sostituzione” dell’esistente.
“Non va inoltre dimenticata la fondamentale importanza di disporre di un quadro chiaro di regole cui fare riferimento, mentre troppo spesso le imprese si scontrano con incertezze interpretative e lungaggini burocratiche da parte della pubblica amministrazione”. E, perciò, necessario chiarire il rapporto tra le norme del PTCP e la disciplina statale dello sportello unico per le attività produttive, per offrire risposte certe, rapide ed efficaci alle esigenze insediative delle imprese.

Le grandi strutture di vendita
Le categorie sollecitano modifiche al PTCP capaci di “non riproporre situazioni che la provincia ha già pesantemente subito, con l’apertura di centri commerciali che hanno provocato il congestionamento della viabilità circostante, l'aumento esponenziale dei livelli d’inquinamento e dei tassi d’incidentalità, in sintesi un forte peggioramento della qualità della vita per interi quartieri. Questi fenomeni vanno analizzati e governati assumendo come dimensione di riferimento l’area vasta”.
“Tutto ciò – prosegue il documento - non deve servire a pretesto per coprire discutibili indicazioni già presenti nel PTCP, come quella della potenziale destinazione commerciale dell’area CIS. Quest’ultima appare incongrua, sia per ragioni urbanistiche e infrastrutturali, sia per la necessaria coerenza con le ragioni dell’impegno pubblico nel progetto di centro intermodale, considerata la sua importanza strategica come piattaforma logistica a servizio dell’intera provincia”.

Il turismo
Secondo le categorie economiche, il PTCP dedica scarsa attenzione al turismo, in particolare alle infrastrutture pubbliche e alle attività economiche private del comparto: “Le direttive che i Comuni dovranno fissare nella loro pianificazione urbanistica rischiano di essere inefficaci se non vengono ricondotte a una politica del turismo che deve vedere la Provincia come attore pubblico principale, di indirizzo e coordinamento dei Comuni e di stimolo per le attività economiche private”.

Gli “ambiti complessi”
Il PTCP individua sei “ambiti complessi”, ai quali riconosce la necessità di una maggiore integrazione tra le scelte di pianificazione che competono ai Comuni.
“Pur condividendo l’opportunità di affrontare con politiche territoriali e urbanistiche coordinate problematiche di area vasta, preoccupa la complessità dello strumento indicato dal PTCP – osservano le associazioni -. E' più realistico che il PTCP indichi i limiti territoriali e i temi che caratterizzano ciascun “ambito complesso” e che Provincia e Comuni dettaglino poi le azioni di pianificazione conseguenti, con le opportune forme di concertazione. Una volta semplificato e reso più flessibile il processo di pianificazione, potrebbero esserne addirittura individuati di ulteriori, come ad esempio i territori attraversati dalla Superstrada Pedemontana Veneta e l’Altopiano dei Sette Comuni”.

Bassano e prima cintura
Le categorie economiche bassanesi hanno di recente sottoscritto un documento unitario che insiste sul fatto che le ipotesi infrastrutturali indicate per il raccordo tra la Pedemontana e la Statale 53 non sono tra loro alternative e non vanno dunque poste in contrapposizione.
“Ferma restando l’indubbia utilità dell’opera complementare prevista dal progetto della Pedemontana, la 'bretella ovest' rappresenta la risposta più efficace per il collegamento nord-sud, in grado di smaltire il traffico proveniente o diretto dalla/alla Valsugana, per il collegamento Bassano-Padova con le relative sedi ospedaliere e universitarie, per l’efficiente servizio alle aree produttive, per offrire una valida alternativa alla sovraffollata SP 248 Schiavonesca di collegamento tra Bassano e Vicenza, per sgravare del traffico la SS 47 Bassano-Cittadella. Si ribadisce dunque la richiesta delle categorie economiche bassanesi che nel PTCP venga ripristinata la previsione del corridoio infrastrutturale relativo alla bretella ovest”.
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