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venerdì 10 settembre 2010

CON UN PROGETTO CONDIVISO
LA MONTAGNA VICENTINA PUO’ ATTRARRE NUOVI INVESTIMENTI NEL TURISMO

Il presidente della Confcommercio di Vicenza Sergio Rebecca interviene nel dibattito aperto sullo stato di salute del settore. Nuove idee e una progettualità corale possono garantire un rilancio

“Per attrarre ed incentivare gli investimenti nelle strutture turistiche della montagna vicentina possono essere sicuramente utili specifiche agevolazioni pubbliche - che chiediamo da tempo e che auspichiamo si concretizzino in tempi brevi -, ma si devono creare anche i presupposti per rispondere a tre domande fondamentali che si pone qualsiasi imprenditore, vale a dire perché investire, con quali prospettive e in quanto tempo il denaro impiegato genererà un profitto”.

Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio di Vicenza torna sul dibattito aperto nei giorni scorsi relativamente allo stato di salute del turismo montano. Per l’associazione di categoria che rappresenta la stragrande maggioranza delle attività turistiche della provincia, infatti, oggi più che mai vi è la necessità di un piano efficace, organico e coordinato per arrivare ad un reale rilancio del settore, in grado dunque di dare la spinta agli investimenti da parte degli imprenditori. I dati e il costante monitoraggio eseguito dall’Associazione mettono, infatti, in evidenza come il comparto alberghiero della nostra montagna stia vivendo una situazione difficile, soprattutto per quanto riguarda le strutture ad una e due stelle, le quali però rappresentano anche la maggioranza degli hotel esistenti (solo nel sistema turistico del comprensorio di Asiago, ad esempio, secondo gli ultimi dati disponibili ci sono 6 hotel 4 stelle, 18 a 3 stelle, mentre gli alberghi a 1 e 2 stelle sono complessivamente 48). “Per centrare l’obiettivo di una riqualificazione dell’offerta servono investimenti notevoli – continua Rebecca - che un imprenditore è pronto a fare, a patto però che sul territorio siano creati i presupposti per attrarre importanti flussi turistici”.

Realizzare, ad esempio, un albergo a 4 stelle con una cinquantina di stanze sull’Altopiano di Asiago 7 Comuni comporta un investimento, tra acquisto del terreno, edificazione e arredi, che può arrivare a 8-9 milioni di euro. Ristrutturare completamente un hotel, puntando magari ad un consistente salto di categoria, può richiedere attorno ai 4-5 milioni di euro. E anche per rimodernare un’attività per certi versi meno complessa come un bar, si spendono, per una struttura di medie dimensioni, almeno 300mila euro. Chiaro, dunque, che chi ha la possibilità di mettere sul piatto questi investimenti deve avere sufficienti garanzie per un ritorno economico, ma le prospettive della nostra montagna non sono, in questo momento, particolarmente positive. “I dati in nostro possesso indicano che in dieci anni la montagna vicentina ha perso molto in termini di presenze, vale a dire di permanenza dei clienti negli hotel – è l’analisi di Rebecca -. Nel 2000, ad esempio, cinque comuni turisticamente significativi dei nostri comprensori montani come Asiago, Roana, Recoaro Terme, Enego e Tonezza del Cimone totalizzavano 735mila presenze, scese però nel 2009 a quota 540mila. Se guardiamo agli ultimi dati disponibili più recenti, poi, – continua Rebecca – notiamo che il raffronto tra il primo semestre del 2010 e lo stesso periodo del 2009 fa registrare una netta flessione nelle presenze e negli arrivi per quanto riguarda quasi tutti i principali comuni turistici della montagna vicentina”.

Secondo i dati elaborati da Confcommercio sulla base delle rilevazioni regionali, infatti, Asiago totalizza un -6,6% di clienti registrati nelle strutture ricettive al loro arrivo e -5,5% nelle presenze (dato che rappresenta il numero dei pernottamenti), Enego – 25,4% di arrivi e – 36,3% di presenze, Recoaro Terme -18,6% in arrivi e – 8,4% in presenze, Tonezza del Cimone – 11,1% in arrivi e – 3,3% in presenze. Unico comune in parziale controtendenza è Roana, che ha registrato un trend negativo negli arrivi (-14,4%), compensato però da un netto miglioramento delle presenze (+19%). Questi dati, poi, sono stati confermati più recentemente da una specifica rilevazione della Confcommercio, che ha visto la maggioranza degli operatori associati esprimere un giudizio sulla situazione del settore nel loro comprensorio che va dal “non buono” al “pessimo”.
“Se i dati non sono positivi questo non significa che la nostra montagna, e mi riferisco a tutta la montagna vicentina, sia destinata al declino, anzi – è il commento di Rebecca –. Le prospettive per il futuro possono cambiare mettendo in campo una politica di attrazione turistica degna di questo nome. E’ però fin da subito necessario intervenire a livello infrastrutturale per agevolare l’accessibilità alle nostre zone montane con una rinnovata viabilità, circonvallazioni, ampie zone di parcheggio a servizio dei vari ambiti. Senza contare le necessarie infrastrutture al servizio della così detta vacanza attiva, vale a dire impianti sportivi e di svago”.

Poi, servono buone idee per valorizzare queste aree. “Il patrimonio storico legato alla Grande Guerra – è l’opinione di Sergio Rebecca - rappresenta una importante opportunità per la montagna vicentina, ma per coglierla dobbiamo creare percorsi specifici dotati di adeguata segnaletica e realizzare luoghi dedicati alla proiezione di filmati d’epoca pescando, ad esempio, nel grande archivio dell’Istituto Luce. Un punto di riferimento europeo e mondiale, in questo senso, è la Normandia, che vive di un eccezionale flusso turistico, grazie al suo patrimonio storico legato alla Seconda Guerra Mondiale”.

Il turismo golfistico, cresciuto considerevolmente negli ultimi anni sia a livello internazionale che in Italia, riserva poi, per il presidente della Confcommercio di Vicenza, altre interessanti potenzialità. “Sull’Altopiano di Asiago– afferma Sergio Rebecca – c’è una grande disponibilità di terreni, in molti casi di proprietà comunale, che potrebbero essere utilizzati per creare campi pratica “naturali” senza sostenere costi per interventi ai terreni; oppure per creare campi pitch & putt usufruibili ai neofiti e non solo”.

Ma la Grande Guerra e il golf sono solo due delle tante possibilità di sviluppo del nostro turismo montano, sottolinea il presidente Rebecca: “Oggi più che mai, infatti, non serve semplicemente moltiplicare le manifestazioni, magari di richiamo, per attirare nuovi arrivi, è necessario invece strutturare tutte le opportunità turistiche in un’offerta chiara, diretta, immediatamente riconoscibile e soprattutto legata alle peculiarità del territorio, siano essere naturalistiche, storico-culturali, enogastronomiche. Per non parlare poi della necessità di rispondere alla crescente richiesta del turismo legato a sport come lo sci di fondo, la mountain bike e l’equitazione. Un capitolo a parte andrebbe aperto sulle prospettive del rilancio termale di Recoaro, su una linea che concili termalismo, trattamenti estetici e chirurgici, per capirci, sulla falsariga di quanto realizzato a Rogaska Slatina, in Slovenia, dove affluiscono “frotte di nordestini” alla ricerca di benessere e “ritocchi”.”

“Un ruolo importante - conclude Rebecca – in tale contesto lo rivestono proprio gli amministratori locali, che non devono sentirsi sotto processo per la situazione critica creatasi negli anni, ma che sono invece chiamati ad unire le forze in una strategia corale e trovando le dovute sinergie. A fronte di una progettualità concreta e condivisa la Confcommercio di Vicenza intende essere parte attiva, lavorando a fianco degli operatori privati e delle istituzioni pubbliche con il fine ultimo di valorizzare il turismo nella montagna vicentina”.
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