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lunedì 22 ottobre 2007

TURISMO ESTIVO NEL VICENTINO: UNA STAGIONE SOTTOTONO

Una stagione turistica estiva sottotono. E’ quanto emerge da una breve indagine telefonica condotta in questi giorni dalla Confcommercio di Vicenza, che ha interpellato alcuni operatori del settore alberghiero e della ricettività. Pur nelle ovvie differenze tra strutture che hanno messo in campo strategie commerciali differenti, è un dato di fatto che sia la montagna vicentina sia il Capoluogo hanno registrato una stagione estiva all’insegna del turismo mordi e fuggi. E comunque – questa la sensazione prevalente degli operatori interpellati pur senza avere ancora a disposizione i dati ufficiali – sembra proprio che il termometro dell’affluenza turistica nella nostra provincia segni un leggero ribasso. In particolare, per quanto riguarda Vicenza, c’è da notare che più di qualche albergo ha addirittura abbassato le saracinesche in pieno agosto e nonostante ciò non è che le altre strutture vicine abbiano registrato aumenti di presenze. Un fatto è certo: in questo periodo gli alberghi cittadini evidenziano, secondo gli operatori, un’occupazione media al di sotto del 50%, dato in linea con quanto si registra nel corso di tutto l’anno. “Quanto emerge dalle interviste degli operatori – afferma Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio provinciale – conferma quanto da noi già rilevato nei mesi scorsi, vale a dire che l’occupazione media delle stanze, fino a dieci anni fa ben al di sopra del 60%, si attesta invece ora poco sopra al 40%. Non solo: il considerevole aumento dell’offerta di questi ultimi anni ha avuto di riflesso una esasperata competizione sul prezzo, con la conseguenza di ridurre la redditività e quindi la possibilità di effettuare investimenti in ammodernamento qualitativo degli immobili. In questo scenario sembra proprio improponibile pensare all’insediamento di nuove strutture ricettive, sia in città che nell’hinterland”.
Tornando alle indicazioni raccolte dalla Confcommercio, se da un lato città d’arte come Vicenza non sembrano attirare più di tanto i turisti, la nostra montagna fatica invece a mantenere le posizioni degli anni scorsi.
Asiago. Gli operatori alberghieri interpellati rilevano la mancanza del turista che sceglie la montagna per le “vacanze lunghe”, sostituito dal “turista week-end”, che a volte prenota la mattina stessa prima di partire, condizionato dall’andamento climatico. Il cliente tipo è quello delle famiglie e degli anziani, ma non mancano iniziative e manifestazioni per richiamare anche il pubblico più giovane. Preoccupa il fatto che da qualche anno la stagione estiva si sta accorciando e già da fine agosto si assiste al calo delle prenotazioni; per chi sceglie l’Altopiano per le proprie vacanze potrà infatti trovare anche in questi giorni clou per le ferie disponibilità di stanze libere in alcune strutture ricettive.
Recoaro Terme. Aspettando il rilancio delle Fonti e del nuovo centro benessere, gli operatori alberghieri della Conca di Smeraldo registrano quest’anno una stagione non particolarmente brillante, anche se fondamentalmente nella media. L’utilizzo delle stanze è stato maggiore a luglio arrivando attorno all’80%, grazie ai gruppi organizzati per i tradizionali soggiorni climatici degli anziani, mentre ad agosto ci si attesta attorno al 70 per cento. Anche qui la permanenza media si è ridotta, ma rimane attorno alla settimana, il tempo necessario per godere del particolare clima e delle bellezze ambientali che, secondo gli operatori, dovrebbero essere il fulcro del rilancio della stazione termale.
Tonezza del Cimone. Sulla stessa linea d’onda di Recoaro, anche a Tonezza l’occupazione media delle stanze d’albergo viaggia, in questo periodo, attorno al 70-80 per cento. Ma pesa la difficoltà di programmare adeguatamente alcuni aspetti gestionali per la consuetudine dei turisti di prenotare all’ultimo momento. Si tratta, comunque, di una clientela costituita prettamente da famiglie e anziani, mentre sono praticamente introvabili i turisti stranieri.
Secondo gli operatori interpellati le ragioni per una stagione un po’ fiacca vanno ricercate nella difficoltà di promuovere Tonezza e il suo comprensorio ad un vasto pubblico, come successo invece per le operazioni di marketing messe in campo dai “vicini” trentini di Folgaria.
Vicenza. Camminano per le vie del centro, naso all’insù ad ammirare i gioielli architettonici del Palladio e non solo, ma più raramente si fermano e pernottano in albergo o nei bed&breakfast di città ed hinterland. Queste le indicazioni raccolte tra gli albergatori cittadini, che confermano in questo periodo una percentuale di utilizzo delle stanze poco più del 40 per cento, pur con alcune strutture chiuse per ferie in centro storico. La permanenza media è di uno o al massimo due giorni, sufficienti per visitare le ville palladiane e i monumenti della città. Chi si ferma di più, in verità, fa base qui, dove i prezzi sono un po’ più convenienti, per poi spostarsi in brevi escursioni di una giornata nelle più gettonate località del Veneto, come il Lago di Garda e Venezia. La difficoltà a trattenere il turista va imputata soprattutto, secondo gli operatori, all’assenza di manifestazioni ed eventi culturali di richiamo, che possano trasformare la semplice visita alla città in una vera e propria vacanza completa.
Bassano del Grappa. La città del Grappa è forse l’unica voce fuori dal coro. Anche qui si conferma il turismo “mordi e fuggi”, con permanenze medie di 1-2 giorni. E si tratta di un mordi e fuggi in tutti i sensi, considerato che, secondo alcuni operatori, si è creato anche un interessante circuito enogastronomico in zona che attira turisti persino dall’estero. Siamo comunque lontani dal “tutto esaurito”, considerato che rimangono a disposizione circa il 30-40 per cento delle stanze d’albergo, resta però il fatto che il comprensorio dimostra una certa vivacità e sembra in grado di offrire interessanti spunti per una breve vacanza all’insegna della cultura, dello sport e del mangiar bene.

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