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martedì 06 febbraio 2007

Vicenza: impianti di carburanti chiusi due giorni

I gestori di impianti di carburanti della provincia di Vicenza vanno diritti per la loro strada, aderendo compatti allo sciopero indetto dalle organizzazioni nazionali di categoria contro le misure per il settore inserite nel disegno di legge presentate dal ministro Pierluigi Bersani. Le 313 stazioni di servizio vicentine rimarranno, quindi, chiuse, self service compresi, dalle ore 19 di martedì 6 febbraio fino alle 7.30 di venerdì.
La decisione è stata confermata ieri sera durante l’assemblea dei gestori aderenti alla FIGISC – Confcommercio, che si svolta nella sede provinciale e che ha visto la partecipazione di un gran numero di operatori.
“E’ necessario in questo momento rimanere forti e compatti contro i provvedimenti che il Governo contrabbanda come liberalizzazioni ma che in realtà servono solo a favorire la grande distribuzione organizzata, conservando i privilegi delle compagnie petrolifere”– ha affermato Gastone Vicari nel corso dell’incontro, a cui ha partecipato Walter Baggio, vice presidente nazionale della Figisc.
Nel ddl approvato dal Consiglio dei Ministri il 25 gennaio scorso è, infatti, prevista la scomparsa dei vincoli di distanza minima per i distributori di carburante e sono ritenuti inammissibili ''parametri numerici prestabiliti'' per l'apertura di un punto vendita. Un testo dietro il quale i benzinai vedono nascondersi benefici soprattutto per la grande distribuzione organizzata e non le condizioni per poter ridurre i prezzi dei carburanti alla pompa; un provvedimento calato dall’alto, che non tiene in alcun modo conto dei lavori del tavolo tecnico formato dai rappresentanti delle organizzazioni nazionali di categoria e il senatore Umberto Carpi, aperto nel mese di ottobre scorso, proprio sul miglioramento della rete italiana di vendita di carburanti.
“Il settore – ha detto Vicari - è già liberalizzato dal 2000 dallo stesso ministro Bersani. Chiunque oggi può aprire un distributore, basta che rispetti le norme che valgono per tutti. Piuttosto se c'è qualcosa ancora da liberalizzare è a monte, visto che il prezzo pagato per un litro di benzina da un singolo gestore è molto più alto di quello pagato dalla distribuzione organizzata o dalle cosidette pompe bianche nel mercato extra rete”. A conferma, il presidente Vicari, numeri alla mano, ha portato un esempio emblematico: un gestore, costretto per contratto ad acquistare in esclusiva da una determinata compagnia petrolifera, compra mille litri di benzina ottenendo al massimo 35 euro di sconto rispetto al prezzo consigliato; lo stesso giorno, nello stesso posto, con la stessa compagnia petrolifera, la grande distribuzione, che può operare nel mercato extra rete, è in grado di acquistare la stessa benzina con uno sconto di circa 150 euro.
“Dobbiamo ottenere di poter agire sul mercato con le medesime opportunità che vengono riservate ad altri operatori, ora privilegiati, come gli ipermercati e le pompe bianche – ha rimarcato Vicari – solo così potrà esserci un effettivo vantaggio per i consumatori, senza mettere in pericolo l’attuale rete di distribuzione di carburanti esistente e che fino ad oggi ha svolto un servizio valido e capillare su tutto il territorio”.
E in effetti – così come si legge anche nel volantino che i gestori di impianti distribuiranno ai clienti che oggi o dopo lo sciopero si appresteranno a fare rifornimento - questo consentirebbe ai gestori di fare più concorrenza, abbassando i prezzi dei carburanti, un beneficio per gli automobilisti che si estenderebbe a tutta la rete di vendita e non solo su poche aree di servizio, magari distanti l’una dall’altra decine e decine di chilometri. Oltretutto, mantenendo l’attuale livello di servizi complementari, rifornimento servito, cambio d’olio, piccole manutenzioni auto, ecc. che l’automobilista continua ad apprezzare quando si rivolge ad un’area di servizio.
Lo dimostra anche una recente indagine dall’indagine condotta dalla Figisc/Anisa Confcommercio presentata nell’ambito del convegno “La distribuzione carburanti: il modello italiano fra regole e concorrenza” e presentata ai gestori vicentini nel corso dell’assemblea. Secondo questa ricerca, il fattore determinante nella scelta dell’impianto (79% degli intervistati) è la vicinanza del distributore. A seguire (77% del campione), c’è la cortesia e la disponibilità dei gestori. Gli italiani sono anche ben poco propensi a spostarsi, persino per avere uno sconto: per fare benzina il 39% non vuole fare più di un chilometro e il 27% accetta di farne al massimo tre. “In sostanza - si legge nell’indagine - per il 66% degli automobilisti se per avere uno sconto bisogna fare più di tre chilometri, il gioco non vale la candela”. E ancora, è netta per gli italiani la scelta tra self service e servito: il 75% opta per il servizio da parte del gestore distributore.
“Sono indicazioni che confermano la validità del buon servizio svolto finora dai gestori e l’apprezzamento dei clienti – ha commentato Vicari -. Servono da stimolo a proseguire sulla strada della difesa del nostro lavoro e a migliorare le stazioni di servizio in sintonia con le esigenze del consumatore”.
A livello provinciale così come a livello nazionale, dopo aver rimandato al mittente l'invito del Ministro Bersani ad un incontro, che secondo la Figisc sarebbe stato privo di significato perché sarebbe servito solo a discutere le conseguenze del disegno di legge e non le misure previste nel provvedimento, i gestori vanno dunque dritti per la loro strada, confermando le due giornate di chiusura degli impianti. Che, se non interverranno novità importanti dalle trattative in corso, non saranno le ultime.

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