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martedì 06 febbraio 2007

GRAVE DANNO LIBERALIZZARE LE AUTOSCUOLE

Un nutrito gruppo di titolari di autoscuole aderenti alla Confedertaai-Confcommercio e provenienti da Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia si sono ritrovati ieri (5 gennaio) a Vicenza per discutere del decreto legge Bersani che liberalizza questo tipo di attività. L’incontro interregionale, a cui ha partecipato anche il vice segretario nazionale Leonardo Indiveri, è stato l’occasione per discutere dei riflessi che la nuova normativa avrà sulla professione e per mettere a punto iniziative di protesta e di proposta in grado di modificare il provvedimento in sede di conversione in legge del decreto. “La sortita di Bersani sulla nostra categoria è veramente incomprensibile – è il commento di Roberto Candia, presidente dell’Associazione provinciale autoscuole e agenzie di consulenza automobilistica- Confcommercio – perché si spalancano potenzialmente le porte ad una miriade di nuovi operatori senza che vi sia un reale controllo della professionalità di chi, dall’oggi al domani, può aprire una scuola guida”. Il decreto infatti, va ricordato, elimina il precedente regime autorizzatorio, legato anche a condizioni territoriali: sarà sufficiente la presentazione di una dichiarazione alla Camera di Commercio per esercitare l’ attività, corredata da semplici autocertificazioni che attestino il possessi dei soli requisiti morali e professionali, della capacità finanziaria e degli standard tecnico organizzativi previsti dalla normativa vigente.
“Ciò che ci sorprende – ribadisce Candia –, come è chiaramente emerso anche nel corso dell’assemblea, è la mancata presa di coscienza del ruolo sociale delle autoscuole: la nostra funzione didattica ed educatrice non può assolutamente essere considerata sullo stesso piano di altre attività liberalizzate.
Siamo tutti giustamente preoccupati della sicurezza stradale, soprattutto per le giovani generazioni – rincara il presidente Candia - ed invece di considerare centrale, in questo senso, il ruolo di chi forma i futuri conducenti lasciamo che chiunque possa aprire un’autoscuola sulla base di semplici autodichiarazioni; non si considera cioè il grave danno che deriverà dall’eccessiva concorrenza, con il conseguente scadimento della qualità della formazione. Questo non mi sembra, quanto meno, un comportamento logico”.
Quali allora le contromosse per modificare, almeno in sede di conversione in legge, il decreto già in vigore? Nel corso dell’assemblea gli operatori hanno espresso non solo la loro preoccupazione per il futuro, ma anche formulato una serie di proposte che verranno sintetizzate nel corso dell’assemblea straordinaria nazionale che si terrà a Roma il prossimo 10 febbraio. “Decideremo collegialmente – conclude Candia – le iniziative da prendere per far valere la nostra professionalità ed il nostro diritto di lavorare, ma è chiaro che non possiamo accettare la liberalizzazione del settore così come è stata impostata, senza cioè i necessari paletti in grado di preservare il fondamentale ruolo socio-economico del nostro settore”.


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