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FABRIS, L’ALTOPIANO HA IL SUO EROE

Nr. 05 del 13/03/2006

Con le sue tre medaglie e il suo viso da bravo ragazzo ha conquistato davvero tutti, dalle Alpi alla Sicilia.
Ma c’è sicuramente un posto dove il nome di Enrico Fabris fa sobbalzare ancora più i cuori, ed è l’Altopiano di Asiago. Un Altopiano che in queste settimane è tappezzato di tricolori come non si era mai visto, per accogliere il proprio eroe, uno sportivo con la “S” maiuscola che pochi però conoscevano, nonostante i buoni risultati ottenuti anche in passato, prima della ribalta delle Olimpiadi invernali di Torino. E per una volta Roana, ma in generale tutto il comprensorio dell’Altopiano, è diventata il centro di un mondo mediatico che raramente si è affacciato su questi bellissimi luoghi.
Così, milioni e milioni di italiani hanno potuto indirettamente scoprire, attraverso la storia di Enrico Fabris, anche la storia delle nostre montagne più volte raccontate anche nei libri di un altro grande conterraneo come Mario Rigoni Stern.
“Enrico è stato un testimonial eccezionale per il nostro Altopiano - afferma Corrado Finco, presidente del mandamento Ascom di Asiago - Va ringraziato non solo perché la sua storia rappresenta un esempio dei valori che ancora si possono trovare nei così detti “sport minori”, che poi minori non sono, ma anche perché lui - con la sua semplicità, l’amore per la natura, la sua determinazione - è la più vera espressione della nostra gente e dei nostri luoghi. Come operatori del commercio, del turismo e dei servizi dell’Altopiano dobbiamo esprimere il nostro grazie a Enrico Fabris, augurandogli e augurandoci ancora tanti successi”.
Il 2006 sarà dunque ricordato come un anno di grande visibilità per le montagne vicentine.
Dopo la “Fabris-mania”, che ha visto il ragazzo di Roana catapultato addirittura sul palcoscenico di Sanremo, sarà la volta, fra un paio di mesi, dell’adunata nazionale degli Alpini.
Centinaia di migliaia di penne nere arriveranno sull’Altopiano per commemorare i caduti di una terra che ha vissuto tante battaglie; ma anche, c’è da giurarlo, per dare una sbirciatina alla Busa Fonda di Gallio - dove Fabris ha indossato per la prima volta i suoi pattini - ed immaginarsela d’inverno, ghiacciata e solcata dalle prime pattinate del futuro campione olimpionico.

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