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lunedì 18 dicembre 2006

NEGOZI APERTI LA DOMENICA? REFERENDUM ON LINE DELL’ASCOM PER SAPERE L’OPINIONE DEGLI OPERATORI

La Confcommercio di Vicenza ha lanciato una consultazione on-line degli operatori al dettaglio della provincia per sapere cosa ne pensano sull’eventualità di ampliare il numero delle aperture festive degli esercizi commerciali. La scelta di consultare la base su un tema “caldo” come questo è nata dopo aver letto i risultati di una ricerca, curata da Cermes Bocconi per conto di Federdistribuzione, dalla quale emergere il consenso dei consumatori a questa ipotesi.
La ricerca però, secondo l’Ascom di Vicenza, è viziata da alcuni limiti metodologici e interpretativi. Primo fra tutti quello di non aver né consultato la parte in causa, vale a dire i titolari dei negozi, né i dipendenti delle aziende del commercio. E quello, soprattutto, di non aver formulato in modo compiuto la fatidica domanda al consumatore, mancando di mettere in evidenza i risvolti di tale scelta, in particolare dal punto di vista dei costi che questa comporterebbe, con conseguenze anche sul fronte dell’aumento dei prezzi.
“La nostra posizione non vuole però essere preconcetta – chiarisce Andrea Gallo, direttore della Confcommercio di Vicenza –, così abbiamo deciso di sentire cosa ne pensano gli operatori del settore. I consumatori, secondo la ricerca della Bocconi, gradirebbero avere circa 28 domeniche aperte durante tutto l’anno. Noi vogliamo capire se chi dovrebbe sacrificare i propri giorni di festa, e quelli dei propri dipendenti, per acconsentire a questa richiesta, è o non è disponibile”.
Collegandosi al sito www.ascom.vi.it dunque, i commercianti possono esprimere il loro parere attraverso la compilazione di un’apposita scheda (che è comunque a disposizione anche nella sede provinciale e negli uffici mandamentali della Confcommercio).
Il referendum on line non si limita a chiedere una valutazione sull’attuale regime delle deroghe alle chiusure domenicali. I commercianti vicentini sono anche interpellati per esprimere il loro parere sui vigenti limiti degli orari di apertura dei negozi, sul prolungamento dell’apertura serale e sull’orario continuato. Infine la scheda raccoglie l’opinione dei commercianti anche sull’ampliamento o meno delle zone a prevalente economia turistica.
“Il polso della situazione, grazie al nostro contatto diretto con gli associati, ce l’abbiamo già – spiega il direttore Gallo -. Il tema delle aperture festive, però, sembra uscire ogni volta dal cappello come la soluzione ai problemi del commercio e della rivitalizzazione dei centri storici. A questo punto pensiamo sia corretto che, oltre ai consumatori e alle ricerche commissionate a pur prestigiosi istituti, si esprimano anche coloro che di commercio vivono quotidianamente, vale a dire i tanti negozi di piccole e medie dimensioni che costituiscono l’ossatura del sistema distributivo italiano”.
Il direttore della Confcommercio di Vicenza non manca comunque di esprimere i suoi dubbi sull’opportunità di ampliare ulteriormente l’attuale regime che prevede, nelle località che non hanno vocazione turistica, otto aperture festive oltre a quelle concesse per tutto il mese di dicembre.
“Resto perplesso quando i ricercatori della Bocconi, replicando il senso comune – dice Gallo - affermano che nei giorni festivi avverrebbero molti acquisti che altrimenti i consumatori non farebbero. Sembra quasi che, nelle famiglie, ci siano disponibilità economiche in eccedenza, tanto da facilitare lo shopping domenicale. Sarei felice fosse veramente così ma, conoscendo e valutando la realtà presente e le incertezze future, dubito fortemente che ciò corrisponda al vero. Il dubbio è, quindi, che i medesimi incassi si distribuirebbero semplicemente su più giorni lavorativi, con il risultato ovvio di un aumento dei costi. I quali, chiaramente, devono essere pagati da qualcuno. E siccome le imprese hanno margini sempre più limitati, il rischio è che a pagare siano i consumatori”.
Il direttore dell’Ascom Andrea Gallo esprime le sue perplessità anche sul fatto che le aperture festive darebbero nuova linfa ai centri storici. “Questo sarebbe senz’altro vero se le aperture si limitassero esclusivamente a questi ambiti e non si estendessero invece a tutte le altre forme distributive presenti sul territorio. In caso contrario l’impatto sul piccolo dettaglio sarebbe pesante: molti vivrebbero l’ampliamento delle deroghe domenicali in modo drammatico per mancanza di una struttura adeguata, di personale, di risorse. Elementi questi che sono ben presenti, invece, nella grande distribuzione organizzata” . La parola ora passa però agli operatori, invitati a dire la loro attraverso il questionario on line del sito www.ascom.vi.it.

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