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martedì 31 ottobre 2006

A Roma per ribadire la contrarietà alla Finanziaria

C’era anche il presidente della Confcommercio di Vicenza Sergio Rebecca, questa mattina al teatro Capranica di Roma, dove si sono riuniti i rappresentanti delle cinque organizzazioni nazionali del mondo del commercio, del turismo, dei servizi e dell’artigianato per contestare i contenuti della manovra prevista con la Finanziaria 2007. L’incontro è stato, di fatto, la prima tappa di un percorso di mobilitazione comune, terminato fra l’altro con la stesura di un documento unitario, di quest’esercito di 4 milioni di aziende con meno di 10 addetti, che contribuisce alla produzione del 70% del prodotto interno lordo. “E’ stata la prima significativa presa di posizione congiunta delle Confederazioni rappresentative delle piccole e medie imprese del Paese – spiega il presidente Rebecca, al termine dell’incontro - di quelle aziende che sono di fatto l’economia reale dell’Italia, che si sentono particolarmente penalizzate da questa Finanziaria e che chiedono a gran voce che la manovra sia cambiata”.
Ed è stato un incontro utile, così come ha sottolineato nel suo intervento Carlo Sangalli, presidente nazionale di Confcommercio, per dire al Governo che “la concertazione tanto predicata è stata realizzata in una forma assai singolare, coinvolgendo di fatto i Sindacati dei lavoratori dipendenti ed una sola parte del mondo delle imprese”. Ma agendo in questo modo, ha continuato Sangalli, “le scelte che ne derivano fanno, inevitabilmente, davvero una gran fatica a tenere conto delle ragioni dell’Italia dell’impresa diffusa e dello sviluppo territoriale”. Per questo, ha concluso “è necessario comprendere che l’Italia delle imprese ha più voci. Tocca a noi fare sino in fondo la nostra parte. E far sì che, anche oltre l’orizzonte della manovra finanziaria per il 2007, la nostra voce comune divenga sempre più forte e le ragioni, giuste e profonde, dello spirito di questo incontro si facciano metodo costante di lavoro”.
A tal proposito, Sergio Rebecca, che è anche vicepresidente della Confcommercio nazionale, ha nei giorni scorsi fatto pervenire al direttivo confederale la sintesi delle critiche alla manovra finanziaria emerse nel corso dei lavori del Consiglio dell’Ascom di Vicenza, riunitosi d’urgenza per l’occasione. Le motivazioni sottoscritte dall’intero Consiglio manifestano l’assoluta contrarietà contro quel “combinato disposto” di aumenti della contribuzione previdenziale per il lavoro autonomo, dei contributi per l’apprendistato, di incremento automatico del gettito degli studi di settore, di maggiori margini di manovra per il fisco locale, anche attraverso la riedizione della tassa di soggiorno, e di trasferimento di flussi del TFR all’Inps. “Un “pacchetto” – spiega Rebecca - che si traduce, in soldoni, in un assegno da circa 7 miliardi di euro richiesto alle imprese, senza tralasciare di sottolineare che in Italia la pressione fiscale e contributiva complessiva può arrivare a sfiorare il 60%”. Senza dimenticare poi che la manovra finanziaria, così come concepita, va nella direzione opposta rispetto alla necessità di rigore e sviluppo ed è tanto qualitativamente impegnativa, quanto qualitativamente deludente, visto il risultato atteso di crescita del Pil dell’1,3% nel corso del prossimo anno”.
Ma la presa di posizione di Confcommercio non si ferma qui. Il prossimo 14 novembre, a Roma, è stata infatti già convocata un’assemblea straordinaria della Confederazione a cui parteciperanno tutte le associazioni aderenti al sistema. “Si tratterà – spiega in presidente Rebecca – di un appuntamento di particolare importanza e delicatezza, in cui le ragioni di protesta del sistema imprenditoriale si concretizzeranno in una vigorosa presa di posizione nei confronti del Governo, come delle forze politiche di maggioranza e opposizione. Tutto ciò, ovviamente, all’interno della nostra capacità di proporre soluzioni in grado di tener conto delle esigenze di risanamento della finanza pubblica, ma anche del necessario perseguimento di un passo di crescita più veloce dell’economia del Paese”.

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