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lunedì 23 gennaio 2006

LA PROGRAMMAZIONE COMMERCIALE DI VICENZA NON PUO’ ATTENDERE

“Cosa stanno aspettando gli amministratori comunali di Vicenza per poter varare finalmente i criteri per le medie strutture di vendita? Se ne parla da tempo, si rincorrono le riunioni ma non si arriva al dunque, mentre la città ha bisogno di una risposta seria sulla futura programmazione urbanistico-commerciale”. E’ molto critico e preoccupato Sergio Rebecca, presidente dell’Ascom di Vicenza, su come si comportando il Comune, che proprio per l’urgenza del provvedimento ha ricevuto nei giorni scorsi dalla Regione un sollecito a dare attuazione alla legge regionale 15/ 2004, entro il prossimo 25 febbraio.
“Abbiamo proposto all’Amministrazione di Vicenza - sottolinea Rebecca – di stabilire dimensioni e puntuali localizzazioni per queste medie strutture di vendita del settore alimentare e misto all’interno del territorio comunale, ma non sono arrivate risposte e si continua a mescolare le carte. Da tempo sosteniamo, infatti, che non deve essere trascurato il rischio di mettere a repentaglio l’esistente e, quindi, di prevedere l’insediamento di nuove medie strutture di vendita solo dove ci sia una reale necessità, cioè in presenza di nuove aree residenziali. Nella bozza del regolamento che deve ancora essere approvato dal consiglio comunale, purtroppo continuano ad esserci previsioni per le medie strutture di vendita non collegate ad un quadro preciso sulla futura crescita urbanistica della città”.
Il presidente dell’Ascom punta il dito in particolare sulla possibile liberalizzazione per gli esercizi fino a mille metri quadrati nel settore alimentare e misto, nonostante l’indice, dato dal rapporto tra la somma delle superfici degli esercizi di vicinato e la somma delle medie e grandi strutture di vendita, sia pari a 0,72, parametro ben lontano quindi dall’indice di equilibrio corrispondente ad 1, che la sopraccitata legge regionale del commercio ha stabilito come limite. Ciò significa che attualmente le medie e grandi strutture di vendita superano di gran lunga gli esercizi di vicinato.
“I tempi per decidere stanno però per scadere – rincara Rebecca -. Se non interverrà un provvedimento che sia attinente e tenga conto dell’attuale realtà distributiva e del suo auspicabile futuro, in sintonia con lo sviluppo urbanistico della città, sarà anarchia. Potranno insediarsi indiscriminatamente medie strutture commerciali anche nel comparto alimentare, che andrebbero sicuramente a scapito di molti piccoli punti vendita esistenti, specie nei quartieri periferici, dove non sarebbero più in grado di continuare a svolgere quel prezioso servizio di vicinato, indispensabile per alcune fasce della popolazione”.
L’inerzia del Comune di Vicenza sta intanto bloccando ogni iniziativa e il possibile rilascio di qualsiasi autorizzazione per la media distribuzione.
“Vogliamo che il Comune decida in fretta – conclude Rebecca – e dica chiaramente, con questo strumento di programmazione commerciale, che futuro vuole per Vicenza e per il settore distributivo; vorremmo conoscere se sta a cuore agli amministratori vicentini una crescita equilibrata del commercio in cui ci sia ancora spazio per i “negozi di prossimità” o se invece gli interessi sono altrove, magari lasciati nelle mani degli immobiliaristi”.



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