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Confcommercio Veneto Notizie

NASCONO NUOVE IMPRESE MALGRADO LA CRESCITA ZERO

Nr. 15 del 01/08/2005

L’economia resta ferma ma non si fermano gli italiani che continuano a fare impresa. Il dato è singolare ma positivo. Le imprese nate nel secondo trimestre del 2005 sono state 116 mila 57. Se si tiene conto delle 70 mila 931 che hanno cessato l’attività nello stesso periodo, il saldo è di 45 mila 126 unità in più rispetto alla fine di marzo. Ed è una cifra che porta a 6 milioni 40 mila 857 il numero delle imprese iscritte al Registro delle Camere di commercio al 30 giugno di quest’anno, con un tasso di crescita pari allo 0,75 per cento. “I segnali che vengono dall’anagrafe delle imprese - commenta il presidente di Unioncamere Carlo Sangalli - indicano che il sistema produttivo del Paese continua a ristrutturarsi e a reagire alla congiuntura guardando al futuro. Nonostante la criticità di questa fase economica, le imprese continuano a espandere la base produttiva del paese. Le società di capitale crescono a un ritmo doppio della media nazionale, mentre le unità locali sono ormai poco meno di un milione, il + 3,34 per cento negli ultimi dodici mesi. Ciò significa che il territorio si arricchisce di presenze imprenditoriali e di opportunità di lavoro e che le imprese più organizzate si rafforzano allargando la loro rete. Certamente, in alcuni specifici settori e filiere, il tessile e la moda innanzitutto, continuano processi costosi in termini di occupazione e di riduzione della base produttiva, ma si tratta di passaggi indispensabili per trasformare la nostra economia in un sistema più moderno e competitivo. Nell’industria come nei servizi -aggiunge - il futuro è nelle aggregazioni stabili fra piccole e medie imprese e nel loro posizionamento in nicchie a maggiore valore aggiunto proiettate sui mercati internazionali”.
Il bilancio demografico delle imprese nel trimestre aprile-giugno rispecchia le difficoltà dell’economia, che si riflettono non tanto nel livello delle iscrizioni, che si allineano ai migliori risultati degli anni precedenti, quanto su quello delle cessazioni, il più alto dal 1998 dopo il picco del 2002. Altro dato da considerare: alla dinamica in rallentamento delle sedi di impresa fa da sfondo una maggiore vivacità delle unità locali, e cioè delle sedi che l’impresa apre per le attività specializzate o decentrate, come laboratori, centri produttivi, magazzini, depositi. Ebbene se si fa il confronto negli ultimi dodici mesi emerge chiaramente un fatto: il tasso di crescita di queste unità locali risulta più che doppio rispetto alle sedi di impresa, con punte di quasi il 6 per cento in Campania. Per quanto riguarda il Veneto le imprese registrate nel secondo trimestre del 2005 sono 509 mila 236 e le unità locali 88 mila 480 per un totale di 597 mila 716, con una variazione per le prime dell’1,27 e per le seconde del 2,28.
In questo stesso periodo le società di capitale sono aumentate di 14 mila 436 unità per un tasso di crescita dell’1,32 per cento, il più elevato fra tutte le forme giuridiche. In termini di tasso di crescita le società di persone si piazzano poco al di sotto del valore medio nazionale che è dello 0,75, con un saldo positivo di 8 mila 794 unità pari a un quinto del saldo complessivo del periodo. Le ditte individuali portano un contributo di quasi il 64 per cento, ma la percentuale delle cessazioni, 74,3, è ancora più alto. Nel complesso, comunque, il saldo è positivo per oltre 21 mila unità.
Passando alle dinamiche territoriali, in termini relativi Nordovest e Nordest sono le aree che hanno accresciuto maggiormente lo stock di imprese fra aprile e giugno con lo 0,77 di tasso di crescita. Regioni più dinamiche Calabria, Abruzzo, Valle d’Aosta. Regioni più rallentate Friuli, Basilicata e Liguria.
Nel secondo trimestre solo il settore dell’estrazione dei minerali mette in luce una variazione negativa, con il - 0,51. Tutti gli altri settori registrano segno positivo. La più alta resta ormai da diversi trimestri quella delle costruzioni con 11 mila 689 unità in più e il 27,2 di crescita. Seguono il commercio con 8 mila 805 unità, il 20,5 di crescita, e i servizi alle imprese con 8 mila 760 unità, il 20,4. In evidenza pure agricoltura (3 mila 740 unità), alberghi e ristoranti (3 mila 253), trasporti, magazzinaggio e comunicazioni (1518), e attività manifatturiere (1344). In assoluto le imprese del commercio registrate al 30 giugno di quest’anno sono 1 milione 585 mila 776 con una variazione dello 0,56. Alberghi e ristoranti sono 288 mila 294 con una variazione dell’1,14. Le imprese del commercio si concentrano soprattutto nel sud e nelle isole (38,4). Seguono Nordovest (24,4), Centro (19,6), e Nordest (16,9).
Al 30 giugno le imprese registrate a Vicenza sono 84 mila 833 (1,40 di variazione) e le unità locali 14 mila 114 (2,70) per un totale di 98 mila 947, che è il diciottesimo risultato nella graduatoria nazionale, e una variazione complessiva di 1,58.

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