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Confcommercio Veneto Notizie

LA CITTA’ RIVIVE CON I TAVOLINI ALL’APERTO

Nr. 13 del 04/07/2005

Il “salotto buono” della città, vale a dire il centro storico, sta lentamente diventando un vero salotto, dove sedersi e gustare, ad esempio, un buon caffé o concedersi l’immancabile aperitivo per rilassarsi dopo il lavoro, magari sorseggiando l’oramai mitico spritz. E se i vicentini stanno piano piano riscoprendo il gusto di una pausa rilassante, abbandonando per un attimo la frenesia di tutti i giorni, il merito è anche dei tanti posti all’aperto che molti bar e i ristoranti del centro mettono a disposizione. E non si tratta del classico tavolo con quattro sedie, no, l’appendice esterna dei locali sta acquistando la stessa importanza dell’arredo interno: finiture raffinate, ampio utilizzo del legno, colori sobri ed eleganti e anche qualche comfort in più, come il riscaldamento per le giornate più fredde. Non c’è oramai angolo della città che non abbia il suo “locale all’aperto”, tanto più che con la recente entrata in vigore della legge antifumo, l’unico modo per far seguire la sigaretta al caffé e proprio quello di accomodarsi fuori.
Non è un caso, dunque, se il Comune sta predisponendo un nuovo regolamento per l’occupazione di aree pubbliche per spazi di ristoro all’aperto, in una parola il famoso plateatico. Un regolamento che in sostanza andrà a disciplinare e a uniformare l’impatto visivo di queste strutture esterne, specie nelle zone di maggior pregio e a definire standard precisi di collocazione per evitare intralcio e altro ancora. Su questo regolamento, la Confcommercio di Vicenza, che al momento ha visionato la bozza del provvedimento, ha inoltrato all’Amministrazione comunale le proprie osservazioni in merito chiedendo anche alcune modifiche all’impianto del regolamento. Tra queste, la precisazione che la durata massima della concessione è dal primo marzo al trentun dicembre di ogni anno, periodo più lungo rispetto a quello ipotizzato dal Comune per poter consentire ad ogni esercente di scegliere il periodo di utilizzo del plateatico più consono alle esigenze della sua attività. Confcommercio ha poi chiesto di togliere la possibilità di revoca della concessione in qualsiasi momento, a discrezione dell’amministrazione. “Il regolamento prevede già delle precise fattispecie che determinano la revoca della concessione, come i danni provocati alla proprietà comunale o le recidive violazioni alle norme - spiega il vice direttore dell’Ascom Ernesto Boschiero - ci sembra incoerente e inopportuno attribuire all’Amministrazione un potere discrezionale di revoca svincolato da ragioni precise”.
Per il resto il provvedimento, ancora in bozza, si sofferma in particolare sulla tipologia di arredo urbano destinato al centro storico, che deve essere decoroso e adeguato all’ambiente. Via libera, ad esempio per le sedie e i tavoli, al metallo (ferro, alluminio, acciaio, leghe derivate) e al vimini, ed in colori intonati con l’ambiente. Stop invece all’utilizzo di tinte sgargianti e di materiale plastico. Ombrelloni e tendoni dovranno essere in legno o metallo, intonati con sedie e tavoli, la copertura in tessuto (esclusa plastica e telo cerato). La sobrietà, in questo caso è essenziale. Il regolamento vieta qualsiasi forma di pubblicità e permette di stampigliare su ombrelloni e tendoni solo il logo che caratterizza il locale. Le fioriere devono essere in terracotta, pietra, legno, ferro e vetroresina. Al bando la plastica. I portabiciclette potranno essere in pietra o metallo, mentre le lampade di riscaldamento (a norma vigente) dovranno rispettare il colore complessivo dell’arredo.
La prima regola, insomma, è il rispetto del bello, anche perché, per esempio, in alcune zone come Piazza dei Signori, Piazza Matteotti, Piazza Castello o Piazzetta Palladio il confronto è con elementi architettonici che costituiscono la meta preferenziale dei turisti che giungono in città.
E su questo invito alla sobrietà la Confcommercio concorda. Ci sono però alcuni aspetti della norma comunale che l’associazione di categoria ha chiesto vengano chiariti. Ad esempio la generica richiesta di uniformità dell’arredo per alcune aree e vie del centro storico. “Chiediamo inoltre - spiega Boschiero - che nella commissione di verifica e controllo dell’occupazione del suolo pubblico sieda anche un rappresentante dell’associazione più rappresentativa, perché le decisioni devono coinvolgere anche chi tutela sindacalmente la categoria”.
Nel frattempo, in attesa che il regolamento assuma forma definitiva ed entri in vigore, si moltiplicano le domande di plateatico formulate al Comune per il tramite dell’associazione, che è a disposizione dei soci per l’istruttoria delle pratiche. Il fenomeno è accompagnato da qualche controindicazione, come alcuni casi di lamentele, da parte dei residenti, per il rumore. “Su questo aspetto - afferma ancora Ernesto Boschiero - dobbiamo essere cauti: è troppo facile accusare genericamente i bar per il rumore, servono criteri oggettivi. Per questo abbiamo criticato la recente bozza di ordinanza che prevedeva per i pubblici esercizi di Vicenza la chiusura alla mezzanotte con possibilità chiedere la deroga fino alle ore 2. Anche su questo tema - prosegue Boschiero - abbiamo inviato le nostre proposte al Comune dopo aver sentito gli operatori del settore, ed ora il provvedimento sarà riformulato dall’Amministrazione proprio alla luce di queste”.
E’ certo invece che il plateatico esterno dei locali sta determinando molti risvolti positivi per la vivibilità della città. I titolari dei pubblici esercizi, come si può leggere nel box di questa pagina, hanno investito nella voglia dei vicentini di locali all’aperto, che consentono di vivere un po’ di più la città. Nella voglia cioè di alzare gli occhi, una volta tanto, sulle bellezze architettoniche del centro storico stando comodamente seduti al bar, invece che passare frettolosi sotto i palazzi che costituiscono l’autentico patrimonio storico-culturale della città.


IL PLATEATICO, UNA RISORSA VITALE
I locali del centro puntano sugli spazi esterni con un occhio di riguardo all’estetica e alla vivibilità. E c’è chi, ogni notte, ripulisce la piazza per rispetto dei vicini

“Per me il plateatico è veramente tutto, rappresenta una grande risorsa per il locale, porta lavoro. Insomma in una parola direi che è vitale”. La pensa così Manuela Restiglian del Bar Gelateria Sonia, in corso Palladio. “So che in giro si sentono cittadini lamentarsi per il rumore e dunque l’amministrazione comunale vuole mettere qualche paletto in più, però è fondamentale, per i locali del centro storico, che venga mantenuta la presenza dei tavolini all’aperto. E’ un vantaggio anche per tutta la città, perché aumenta il piacere di venire in centro, dà più vitalità”. Chiaro però che anche i gestori devono fare la loro parte: “Il plateatico va curato e abbellito, servono investimenti. Ma alla fine ti ripaga. E’ stato utile, ad esempio, anche dopo l’introduzione della legge antifumo perché ci ha permesso di creare, per chi lo voleva, una sorta di zona aperta per i fumatori”. E sui rumori? Manuela Restiglian ha le idee chiare: “Ci possono essere dei locali dove il gestore non fa un’adeguata selezione e così si ritrova una clientela un po’ troppo “calda”. Ciò ovviamente nuoce a tutti, soprattutto a chi, come noi, rispetta le regole e ha un locale sostanzialmente tranquillo. Poi se alcuni residenti si lamentano anche per il minimo rumore allora mi sembra eccessivo: il centro storico è così, se volevano la pace e la tranquillità forse era meglio una villa a Monte Berico”.
E che i gestori siano i primi a non voler arrecare con i tavolini all’aperto alcun disturbo ma solo vantaggi alla città lo dimostra anche il caso di Moreno Nicoletti, titolare dell’Osteria al Grottino di piazza delle Erbe. Ogni notte dopo la chiusura del locale (alle 2) Nicoletti smonta tutte le attrezzature e provvede alla pulizia dell’intera piazza: “E’ un accordo che ho preso con il Comune - spiega - e a cui provvedo con grande diligenza, soprattutto per rispetto ai miei vicini. Non solo la gente che ci abita, ma anche gli altri negozi della piazza, che hanno il diritto a ritrovarsi, il mattino seguente, la piazza perfettamente pulita ed in ordine”. Così, ramazza e sacchi di immondizia in mano, Nicoletti e i suoi collaboratori provvedono a ripulire, il tutto in piena notte. Un sacrificio che si aggiunge a quello economico fatto qualche anno fa “quando il comune - racconta Nicoletti - mi ha fatto cambiarel’arredo esterno con sedie, tavoli e ombrelloni più consoni al luogo. E’ stata una spesa non indifferente, ma ne è valsa la pena”.
Sulla stessa linea anche Deborah Pentimalli, del Bar Borsa, situato in una posizione particolarmente prestigiosa, vale a dire sotto la Basilica Palladiana: “Per il mio locale ho puntato sul plateatico: ne ho novanta metri quadri. E’ stato tra l’altro un investimento notevole, perché ho dovuto e voluto arredarlo nel migliore dei modi. L’amministrazione comunale mi ha dato delle prescrizioni che ho rispettato; poi nella scelta, ovviamente, ho fatto anche a gusto mio. La filosofia è stata quella di arredare con oggetti né troppo eclatanti né troppo comuni: la posizione del mio locale, giusto sotto il principale monumento della città, è troppo delicata. Sono persino andata negli uffici del comune portando con me le sedie che intendevo comperare, pur di non sbagliare”. La titolare del Bar Borsa crede molto nella necessità, per i gestori dei locali, di coordinarsi sul plateatico: “Sarebbe importante, se ci sono plateatici tra loro vicini, cercare di mantenere una linea comune e dare così un’immagine coordinata. Non sarebbe poi sbagliato che, al di là delle imposizioni del comune, fossero gli stessi gestori a mettersi d’accordo su un codice che regoli aspetti importanti come il problema del rumore, oppure la diffusione della musica”.
Un’utopia, forse questa, considerato che solo in centro storico ci sono quasi 200 pubblici esercizi, un’idea che dimostra però come i gestori dei locali siano coscienti dell’importanza che riveste il loro ruolo nella vivibilità di una città che ha sempre più bisogno di punti di aggregazione. E i bar, i ristoranti, i pub, con i loro spazi all’aperto, rappresentano proprio un momento di sana convivialità finalmente ritrovata.

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