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martedì 08 marzo 2005

“LA FIDEJUSSIONE OBBLIGATORIA E’ UNA GARANZIA PER GLI ACQUIRENTI”

“E’ una norma che, se verrà approvata definitivamente così come l’abbiamo letta in questi giorni, va giudicata sicuramente in modo positivo, perché dà maggiore tranquillità a chi acquista immobili “sulla carta” e che in questo modo è garantito sul buon fine dell’operazione, è cioè sicuro che in caso di fallimento dell'impresa i propri soldi non si sono volatilizzati”. Questo il commento di Serafino Magistro, presidente provinciale della Fimaa-Confcommercio, l’associazione delle agenzie immobiliari, sul Decreto Legislativo, varato dal Consiglio dei Ministri il 18 febbraio scorso, che dà attuazione alla legge delega 210/2004 sulla tutela dell’acquirente dai fallimenti immobiliari. In sostanza, il provvedimento, che deve ora passare al vaglio delle Commissioni parlamentari, impone al costruttore, pena la nullità del contratto, a prestare prima o contestualmente alla stipula del contratto una fidejussione bancaria o assicurativa per un importo pari alle somme riscosse dai promissari acquirenti. Fuori dal linguaggio tecnico, la fidejussione serve a garantire i famosi anticipi che l’acquirente dà all’impresa a stralci, in base all’avanzamento dei lavori. Una consuetudine, questa, che spesso costituiva una forma di finanziamento alle imprese e che però poteva avere pericolose conseguenze per l’acquirente, in caso di fallimento dell’azienda prima che fosse effettuato il rogito vero e proprio.
“Come agenti immobiliari – prosegue Magistro – siamo favorevoli a tutte quelle norme che garantiscono il cliente, il quale, diciamo la verità, impegna i risparmi della propria vita presente e futura nell’acquisto di una casa e non può e non deve correre rischio alcuno. In questo senso, come Fimaa Confcommercio, abbiamo introdotto la “polizza salvacaparra”, che assicura il rimborso dell’anticipo pagato dall’acquirente qualora il contratto definitivo di compravendita non venga concluso per qualunque causa imputabile al venditore. Certo, di questo decreto legge non possiamo non vedere anche l’altro lato della medaglia, cioè il fatto che le imprese meno strutturate, ma non per questo meno serie, potrebbero trovarsi in difficoltà nell’ottenimento della fidejussione a fronte di un sistema creditizio che non avvantaggia sicuramente le piccole imprese”.
Con questa legge, insomma, si viene a chiudere un prezioso “rubinetto” di liquidità per tante aziende che magari hanno acceso mutui per l’acquisto dei terreni e potrebbero faticare, stante la loro situazione di indebitamento, ad ottenere una fidejussione in grado di garantire gli acquirenti. “Si potrebbe verificare per questo – commenta il presidente provinciale della Fimaa- Confcommercio – un rallentamento del mercato o quanto meno una stasi, ma almeno si realizzerà anche una selezione e verrà messo fuori gioco qualche operatore “improvvisato”. Il provvedimento va insomma messo alla prova per capirne conseguenze ed eventualmente, se necessario, studiarne correttivi. Quasi certamente ci sarà, come naturale conseguenza, una netta separazione tra la gestione finanziaria e l’attività, vera e propria, del costruire”.
Va detto che il decreto legislativo non si limita a prevedere l’accensione di una fidejussione per gli immobili in costruzione. Introduce anche, tra le altre cose, l’obbligo di una polizza assicurativa decennale (dalla fine dei lavori) a copertura dei danni materiali e diretti all’immobile, manifestatisi dopo la stipula del contratto, compresi danni a terzi, derivanti da rovina totale o parziale o da gravi difetti costruttivi. Infine vengono codificati i “contenuti minimi” del compromesso. Oltre ai dati abitualmente inseriti dovranno essere indicati, in dettaglio, le caratteristiche tecniche della costruzione e le tempistiche massime di esecuzione dei lavori, andrà allegato il capitolato con le caratteristiche dei materiali e l’elenco delle rifiniture e accessori, oltre agli elaborati del progetto edilizio. Vengono dunque posti una serie di “paletti” in grado, almeno secondo le intenzioni del legislatore, di tutelare il consumatore finale, evitando il rischio che i soldi versati alle imprese vengano persi a causa di situazioni di crisi e fallimento.

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