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lunedì 07 febbraio 2005

BLOCCO DEL TRAFFICO IN CITTA’: INCASSI PIU’ CHE DIMEZZATI

Incassi più che dimezzati, dipendenti lasciati a casa, l’incertezza sul fatto che il blocco del traffico sia servito a qualcosa e la certezza, invece, che spese di gestione e di personale arriveranno comunque a scadenza per intero. Tracciano le prime somme i commercianti del centro storico e delle zone soggette al blocco totale del traffico che venerdì e sabato scorsi, al di là del calo o meno delle pm10, hanno vissuto giorni non certo “salutari”. Domenica e oggi, lunedì 7 febbraio, ultimo giorno del divieto di circolazione per le auto, molti negozianti hanno optato per la chiusura delle attività, rispettando il normale riposo domenicale e il turno di chiusura settimanale.
“Già venerdì 4 – incalza Luciano Pozzan, presidente dei commercianti Ascom della città – il calo delle vendite è stato evidente, ma è stata la giornata di sabato che ha riservato le note più amare per tutti i negozi, bar, ristoranti del centro storico e delle zone interessate dal blocco, con incassi ridotti mediamente del 60%, con picchi di meno 80%. I distributori di carburanti dell’area hanno deciso di tenere chiusi gli impianti, attivare dove possibile i self service, mettere in ferie i dipendenti e rinunciare così a intere giornate di lavoro. Al momento, quindi, l’unico dato certo è il danno causato alle attività commerciali in genere. Per il resto si vedrà quando arriveranno i risultati definitivi dell’esperimento di blocco totale. Ad essere penalizzati sono stati tutti i commercianti, ma ancor di più quelli delle zone tra le mura duecentesce e il perimetro dell’area vietata alle auto, lontani dal circuito del centrobus o dalle fermate di linea e raggiungibili quindi dalla gente solo a piedi o in bicicletta. In definitiva, tale decisione di bloccare per 4 giorni la città, nella sostanza porterà con sé principalmente la ricaduta negativa su negozianti ed esercenti, mentre sono tutti da dimostrare i benefici sul fronte dell’inquinamento ambientale. E’ dimostrato, invece, che le polveri dannose non si bloccano solo imponendo lo stop alle auto e che sono altri i fattori che danneggiano l’aria, come le emissioni degli impianti di riscaldamento, la circolazione di vecchi mezzi pubblici a gasolio o il ristagno degli inquinanti per la scarsa pulizia delle strade. E’ qui che si deve intervenire con cognizione di causa e non con “eventi sperimentali”dai risultati incerti!”
“In tutta questa faccenda – conclude Pozzan – è evidentissima una cosa: sebbene siano tutti condivisibili e belli i discorsi su quanto sia fantastica una città senza auto, su come sia brutto che l’automobile ci faccia perdere i valori più belli della nostra città, e così via, la gente in generale se c’è il blocco del traffico non si muove per fare compere. Alla meno peggio, va ad acquistare nei negozi delle zone “vietate” solo se necessario o rimanda l’acquisto a quando la zona diventerà accessibile. E poiché questa situazione di danno alle attività commerciali era più che prevedibile, resta ancora di più il rammarico di aver subito il provvedimento senza prima essere stati consultati, senza la dovuta concertazione da parte dell’Amministrazione con le associazioni di categoria più rappresentative, con i conseguenti cambiamenti di rotta all’ultimo minuto e le decisioni dell’ultima ora capaci di generare solo caos, come la possibilità per i negozi dell’area di blocco di tenere aperto domenica”.

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