LA PROPOSTA DEI BUONI PASTO FA CENTRO
Nr. 11 del 07/06/2004
E’ il primo gol, la prima conseguenza concreta dell’azione di protesta intrapresa da tanti pubblici esercizi della città. Il «no grazie» dei locali di Vicenza ai buoni pasto con commissioni esose porta infatti a casa la sua prima vittoria: l’Ulss 6 (che conta 3500 dipendenti) ha deciso di recedere dal contratto con la società Buon Chef Club a causa delle problematiche innescate dal rifiuto degli esercenti di accogliere il buono presentato dai loro dipendenti; buono pasto che, di fatto, presenta commissioni particolarmente onerose per gli operatori del settore.
Un primo successo che potrebbe innescare conseguenze a catena: i dipendenti di atri enti pubblici, come il Provveditorato agli Studi di Vicenza, l’Inail e l’Inps, stanno infatti facendo sentire la loro voce alle amministrazioni di appartenenza e chiedono di poter usufruire di buoni che vengano accettati in tutti i pubblici esercizi.
Il momento dunque è cruciale e per questo l’invito agli operatori del settore è quello di proseguire nell’azione di protesta, così da costringere le ditte emettitrici a modificare in senso migliorativo le condizioni contrattuali per l’utilizzo dei buoni pasto. Fondamentale, in questo senso, procedere alla disdetta delle convenzioni che prevedono la corresponsione, alla ditta emettitrice, di una provvigione con importo superiore al 5 per cento e quindi non accettare più quel tipo di buono.
Va detto che la protesta degli operatori del settore è iniziata il 15 aprile scorso, quando un congruo numero di esercizi operanti nel Comune di Vicenza hanno dichiarato guerra ai buoni pasto esosi. Si è voluto così puntare l’indice contro un mercato «drogato», che vede le aziende emettitrici giocare al ribasso quando si tratta di vendere alle aziende i buoni pasto, salvo poi rivalersi sugli esercenti con commissioni che superano anche il 12%. Un’operazione, questa, a cui il settore vicentino ha detto «no»: no ad un comportamento antieconomico che rischia di portare al fallimento i pubblici esercizi e le stesse imprese emettitrici.
Nel frattempo tutto il settore rimane in attesa di un provvedimento legislativo, promesso dal Ministro Antonio Marzano circa un mese fa, che disciplini la materia «buoni pasto». In previsione di questo intervento normativo, Fipe-Confcommercio ha espressamente chiesto al ministro di introdurre il divieto delle gare pubbliche al ribasso e delle aste on-line, la definizione dei requisiti finanziari delle società emettitrici nonché il loro accreditamento e controllo da parte di una Authority.
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