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Confcommercio Veneto Notizie

LEGGE SUL COMMERCIO: ANCORA UN NULLA DI FATTO

Nr. 10 del 25/05/2004

Slittano i tempi per l’approvazione della nuova norma regionale sul commercio. Il Consiglio del Veneto, nei giorni scorsi, ha sospeso l’esame del progetto di legge e con ogni probabilità, si ritornerà a parlarne solo dopo le elezioni europee previste per il mese di giugno.
Resta sempre aspro, infatti, lo scontro tra maggioranza ed opposizione. Ai 954 emendamenti già formalmente depositati nella seduta precedente del Consiglio regionale, i partiti di minoranza hanno preannunciato la presentazione di un migliaio di altre richieste di modifica dei contenuti della legge. Un’azione, questa, a cui la maggioranza ha reagito con l’abbandono dell’aula, facendo mancare il numero legale utile alla prosecuzione dei lavori.
Il motivo del contendere è stato nuovamente l’art. 16, che prevede una riserva del 20% del contingente regionale per le grandi strutture di vendita (circa 24 mila metri quadri), da attribuirsi alla discrezionalità della Giunta del Veneto, senza alcun criterio che non sia l’accordo di programma con il Comune e con altri soggetti pubblici e privati. Un nodo difficile da sciogliere e che, come da copione, l’avvicinarsi della scadenza elettorale ha ulteriormente intricato.
Diverse, del resto, sono state fino ad oggi le perplessità sollevate anche dalla Confcommercio Veneto sui contenuti del provvedimento. In particolare, è stato evidenziato come l’ottica sovracomunale che ispira la legge sulla programmazione urbanistica, recentemente approvata proprio dalla Regione, dovreb- be indirizzare anche i contenuti del Pdl sul commercio. Osservazioni, queste, in parte accolte dalla Commissione regionale competente, che ha vagliato il Pdl nelle scorse settimane e che ha introdotto alcuni emendamenti al testo precedente, finalizzandoli proprio ad un coordinamento con la legge urbanistica. In sostanza, si prevede un periodo di moratoria per consentire alla Giunta regionale di approvare i criteri previsti dalla nuova norma e fino all’approvazione dei Piani territoriali di Coordinamento provinciale (PTCP). Durante tale periodo le cose resteranno inalterate, con l’unico vincolo di assegnare non più del 70% del contingente previsto dalla nuova normativa; il restante 30% sarà in- ve- ce assegnato in riferimento a quanto previsto nel Piano provinciale.
Accanto a queste modifiche, vi sono poi altri emendamenti di portata minore che riguardano gli obiettivi sulle legge e i finanziamenti, gli outlet (si chiarisce che questi rientreranno nella programmazione regionale), gli standard urbanistici, la valutazione di impatto ambientale per i Comuni montani, la disciplina transitoria e gli esercizi polifunzionali. Giudizio negativo è invece espresso dalla Confcommercio del Veneto sull’art. 8, laddove si prevede che per «accorpamento» è inteso «l’ampliamento di una media o grande struttura di vendita... anche con esercizi di vicinato... purché rientranti nei limiti della programmazione commerciale...». Su questo tema, delicato e che richiedeva un intervento incisivo, non cambia sostanzialmente nulla rispetto alla norma attuale; anzi, questo inserimento, definito dalla Confcommercio del Veneto «pasticcione», di fatto creerà problemi di interpretazione e di contenzioso.
La nuova legge regionale sul commercio, dunque, ha ancora molta strada da fare prima di essere considerata, non solo a livello politico ma anche dagli stessi operatori, sufficientemente adeguata alle reali esigenze del settore. Una volta sgombrato il campo da scadenze elettorali, che rendono di fatto complicata una discussione obiettiva della norma da parte di tutte le forze politiche, la legge potrebbe finalmente giungere alla sua definitiva approvazione. In questo senso rimane costante l’attenzione di Confcommercio affinché vengano inserite tutte le modifiche utili ad una chiara regolamentazione del terziario di mercato.
Nicla Signorelli

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