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Confcommercio Veneto Notizie

LIBERALIZZAZIONE: E’ GUERRA CONTRO MARZANO

Nr. 03 del 10/02/2004

Il Ministro delle attività produttive Antonio Marzano ha annunciato che presenterà al consiglio dei ministri un provvedimento per la liberalizzazione di orari, aperture domenicali, insediamento di medie strutture di vendita e saldi, ed è scattato subito lin tutto il sistema Confcommercio. L’Unione regionale commercio, turismo e servizi del Veneto si è subita mossa per attivare una «rete di dissenso» fra tutte le sedi regionali. La reazione è stata molto dura. La liberalizzazione - dice la Confcommercio Veneto - è un pericolo per tutti. E il presidente Massimo Albonetti ha scritto a botta calda una lettera all’assessore regionale al commercio Giancarlo Conta, chiedendogli di intervenire con decisione sulla proposta Marzano e ribadendo il fatto che, con la modifica dell’articolo V della Costituzione, le competenze in materia di commercio spettano esclusivamente alla Regione. «Questa spinta alla liberalizzazione- ha dichiarato Albonetti - appare inconcepibile soprattutto in una regione in cui è in atto un attento monitoraggio sulla nascita delle medie strutture commerciali, considerate in questo momento un pericolo serio per le piccole e medie imprese del commercio al dettaglio, che devono fare i conti con spazi enormi destinati alle grandi superfici di vendita, e in un periodo, per di più, in cui è forte l’impegno della Regione e delle categorie per dar vita a un piano del commercio che si basi su equilibri tanto difficili quanto indispensabili da raggiungere».
Non solo: Albonetti ha anche scritto al presidente nazionale della Confcommercio Sergio Billè, mettendosi a disposizione per qualsiasi iniziativa in grado di contrastare il disegno di Marzano, anche perché la questione diventa davvero urgente, visto che il ministro ha preannunciato di voler convocare entro il 17 febbraio gli assessori al commercio delle venti Regioni per discutere assieme a loro questo progetto che sta provocando grande preoccupazione in tutte le associazioni.
Insomma è già battaglia e soffiano venti di guerra su una proposta che anche il presidente dell’Ascom provinciale Sergio Rebecca boccia senza appello. «Questa iniziativa di Marzano non solo è sconcertante ma è anche intempestiva in quanto cade in una fase in cui sta diventando più serrato il confronto politico e istituzionale sulla devoluzione. Il problema è uno solo. La competenza è della Regione e il ministro non può interferire in un settore che non gli compete, altrimenti si piomba nel caos legislativo. Qui si vuole decidere sul piano strettamente teorico quale debba essere la misura della liberalizzazione e quanta ne debba essere introdotta. La cosa importante, invece, soprattutto nell’attuale difficile situazione economica, è salvaguardare il principio del pluralismo distributivo e dell’equo rapporto che deve esserci fra piccole, medie e grandi superfici di vendita. Non si può continuare a snaturare e a squilibrare il sistema, disancorandolo dalla domanda reale di beni e servizi e dalla programmazione urbanistica. E poi va difesa a oltranza la tradizione del piccolo commercio e dell’esercizio di vicinato che appartiene alla storia del nostro paese, che viene sempre più rivalutato nella sua funzione e che ha ancora un lungo cammino da percorrere nella società italiana e veneta».
Il provvedimento proposto da Marzano si snoda su tre piani: gli orari dei negozi, l’apertura di nuove attività e le vendite straordinarie, e cioè saldi di fine stagione, iniziative promozionali e liquidazioni per cessata attività. L’obiettivo è una deregulation a 360 gradi. Verrebbero modificati gli orari, dando il via alle aperture domenicali che tuttora sono soggette a un preciso regime di regole e sanzioni, e si cancellerebbero le norme sui saldi, sulle vendite straordinarie e le liquidazioni. Inoltre, per aprire un nuovo esercizio commerciale non ci sarebbe più bisogno di autorizzazione comunale per i negozi fino a 800 metri quadrati nei comuni fino a 10 mila abitanti e per i negozi fino a 1500 metri quadrati nei comuni oltre i 10 mila abitanti: basterebbe una semplice comunicazione.
«Questa liberalizzazione esasperata - dice ancora Rebecca - è inspiegabile e incomprensibile. In questo modo non si fa altro che il danno del consumatore. Pensare di abbattere i prezzi al dettaglio liberalizzando, ad esempio, le vendite straordinarie significa non avere percezione né di cosa sia un’impresa né dei costi di approvvigionamento e di gestione. Una legge del genere avrebbe effetti devastanti su un’economia in questo momento così fragile come la nostra, colpendo ancora una volta al cuore quel sistema terziario che sta tenendo su da anni l’azienda Italia. Ci opporremo con tutte le nostre forze».
Ma, intanto, ha già preso posizione l’assessore Conta: «L’idea di Marzano è in contrasto con la nuova legge di settore che stiamo elaborando nel Veneto. Vogliamo intervenire per far rientare nei giusti binari la media distribuzione di competenza comunale che in termini di occupazione del territorio ha creato molti più problemi dei centri commerciali. Con Marzano porterò avanti la nostra strategia e se ci sarà da dare battaglia sono pronto».

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