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martedì 31 agosto 2004

IL LAVORO A CHIAMATA: UNO STRUMENTO UTILE PER FAR FRONTE AI PICCHI DI LAVORO, SOPRATTUTTO PER I PUBBLICI ESERCIZI

Nei mesi estivi per le aziende del turismo, in particolare per bar, ristoranti, pizzerie, gelaterie e i pubblici esercizi in genere, si presenta spesso la necessità di far fronte a improvvisi picchi di lavoro, legati al bel tempo, ad iniziative di richiamo locale o a manifestazioni tipiche di animazione del periodo estivo. La recente riforma del lavoro ha introdotto, anche a seguito della forte azione di sensibilizzazione nei confronti del legislatore esercitata dalla Confcommercio, una fattispecie specifica per sopperire a queste situazioni contingenti, regolando il contratto di lavoro intermittente.
In tale ambito – spesso definito anche “lavoro a chiamata” – il lavoratore si pone a disposizione del datore di lavoro che può, all’occorrenza, chiamarlo al lavoro e l’effettiva prestazione e la conseguente retribuzione dipenderanno però dalla chiamata del datore che compenserà unicamente il lavoro svolto.
In altre parole, salvo che venga pattuito uno specifico compenso per la disponibilità, con il conseguente obbligo da parte del lavoratore di rispondere alla chiamata, quest’ultimo verrà retribuito solo se e nella misura in cui avrà effettivamente lavorato.
In questa fase iniziale di applicazione della legge 30/2003, per l’appunto la cosiddetta Legge Biagi di riforma del lavoro, il Ministero del Lavoro, su precisa sollecitazione della Federazione Italiana Pubblici Esercizi – Confcommercio, ha di recente chiarito i limiti di applicabilità del lavoro intermittente: tale contratto di lavoro può essere stipulato per prestazioni da rendersi nel fine settimana, nonché nei periodi di ferie estive o delle vacanze natalizie o pasquali. Al di fuori di queste ipotesi, in via sperimentale, possono essere assunti unicamente soggetti in stato di disoccupazione con meno di 25 anni di età o lavoratori con oltre 45 anni espulsi dal ciclo produttivo, iscritti nelle liste di mobilità.
Il contratto va redatto per iscritto ed è soggetto agli ordinari obblighi connessi ad un rapporto di lavoro subordinato, compresi l’iscrizione a libro matricola, la comunicazione ai Centri per l’Impiego, l’iscrizione e la contribuzione agli Istituti Previdenziali e la predisposizione del cedolino paga.
“Gli imprenditori del settore pubblici esercizi, e in generale tutte le imprese del settore terziario – commenta il direttore della Confcommercio di Vicenza, Andrea Gallo – hanno ora a disposizione uno strumento efficace per ricorrere, in maniera flessibile, alle prestazioni di lavoro. L’utilizzo di personale, infatti, può essere calibrato alle reali necessità aziendali, obiettivo imprescindibile, in un mercato che, come l’attuale, è caratterizzato da forte incertezza e da repentine oscillazioni della domanda. Da parte nostra - continua Gallo - l’invito che facciamo agli associati è quello di procedere ad una scrupolosa valutazione delle nuove opportunità normative introdotte dalla recente riforma del lavoro. A tal proposito, è operativo presso i nostri uffici sindacali un servizio di assistenza e consulenza gratuita per le aziende associate, pensato proprio per aiutarle ad individuare al meglio gli strumenti più adatti ad affrontare le necessità aziendali”.
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