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mercoledì 07 gennaio 2004

SCIOPERO DEI FRANCOBOLLI NELLE TABACCHERIE



Anche i tabaccai vicentini aderenti alla Fit (Federazione italiana tabaccai)-Confcommercio sono sul piede di guerra e aderiranno allo sciopero dei francobolli proclamato dal 12 al 18 gennaio. L’agitazione nazionale dei tabaccai, che per sette giorni non venderanno francobolli, è in segno di protesta per le difficoltà nel rifornimento, da parte di Poste Italiane, dei nuovi valori bollati, dopo la variazione delle tariffe in vigore dal primo gennaio e relativa alla posta ordinaria e alla posta prioritaria.
“Nelle tabaccherie - spiega Mario Noale presidente provinciale della Fit - si rischia il caos. Tutto nasce dalla rimodulazione delle tariffe decisa a fine anno dalle Poste, per cui diminuisce il costo di una lettera in posta prioritaria (da 62 a 60 centesimi) mentre sale (da 41 a 45 centesimi) la tariffa base della posta ordinaria. Il problema è che questa decisione è stata presa senza informare nessuno in tempo, e senza un’adeguata distribuzione dei nuovi francobolli. E’ facile quindi immaginare il disagio di essere costretti a vendere i vecchi francobolli e a far pagare, per esempio, due centesimi in più per la posta prioritaria nonostante il calo della tariffa”.
Ad oggi, dunque non c’è praticamente traccia di nuovi francobolli di posta prioritaria nelle 870 tabaccherie vicentine e negli uffici postali periferici. Per quanto riguarda invece la tariffa ordinaria, su sollecitazione della Fit, le Poste hanno assicurato che metteranno in circolazione francobolli da 1,2 e 3 centesimi per arrangiare l’affrancatura, ma sembra che questi piccoli tagli integrativi siano reperibili solo nella sede centrale delle poste di Vicenza, in quella di Bassano del Grappa e in alcuni altri uffici postali periferici.
“Al di là di tutta questa situazione – aggiunge Noale - la decisione della Fit di proclamare lo sciopero dei francobolli è motivata dal fatto che non si può continuare a lavorare così. Per i tabaccai la vendita di valori bollati è un obbligo di legge e un’attività su cui il guadagno è poco e niente. Se poi le Poste, come stanno facendo, si mettono a fare concorrenza accaparrandosi le forniture di bolli agli uffici e alle attività commerciali, a cui inviano direttamente le affrancature, lasciando a noi solo il cliente che compra uno o al massimo due francobolli, allora il gioco non vale più la candela”.


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