UN’ESTATE (SI SPERA) DA “TUTTI” IN MONTAGNA”
Nr. 12 del 25/06/2002
Buone prospettive quasi dovunque, ma con qualche riserva, per la prossima stagione turistica nelle località del vicentino
Mentre si attende da oltre tredici mesi il decreto attuativo della legge quadro sul turismo un provvedimento essenziale per dettare indicazioni operative e fornire strumenti promozionali
Come andrà il turismo nella montagna vicentina in quest’estate appena sbocciata ? Il tempo pare volga verso il bello, con qualche minaccia di piovaschi, qui e là. In ogni caso la tendenza, dopo gli arretramenti degli anni scorsi, è positiva.
Ad Asiago, in particolare, si respira aria di ottimismo. Già l’inverno aveva consegnato cifre incoraggianti. Sull’Altopiano, da fine novembre a metà aprile, le presenze avevano quasi pareggiato quelle dell’anno precedente, con un calo di neppure l’1 per cento, mentre per tutte le altre località italiane di montagna il bilancio era stato pressochè disastroso a causa dell’andamento di una stagione fortemente anomala, freddo rigido a dicembre e a gennaio, e pochissima neve nei primi mesi dell’anno. Confortante davvero il dato finale di quasi 100 mila giorni-presenza, e significativo il sensibile aumento degli arrivi negli alberghi a quattro stelle a segnalare la domanda in crescita puntata sulla qualità. E se l’inverno ha tenuto, l’estate sembra, invece, far dormire sonni tranquilli sia per le permanenze che per i fine settimana, questi ultimi ormai costantemente affollati in pratica per tutto l’arco dell’anno. La rivoluzione del vacanziere italiano che non va più in ferie per un mese filato ma preferisce periodi più brevi ha cambiato anche la mentalità degli albergatori asiaghesi e l’offerta si è adeguata, mentre il «super-consorzio» per la promozione turistica ha rafforzato l’immagine del prodotto-Altopiano e ha messo a punto un cartello di manifestazioni in grado di incentivare la domanda. E poi l’eccezionale afa delle ultime settimane ha fatto il resto. Le prospettive, insomma, sono delle migliori. Gli alberghi segnalano già il tutto esaurito per agosto e le prenotazioni si stanno chiudendo anche per luglio, dopo un maggio in cui sull’Altopiano è esplosa, grazie ai turisti stranieri, la moda della mountain bike, che fra i prati e i boschi cari a Mario Rigoni Stern trova una infinità di percorsi ideali.
Tutto questo, grazie, anche a una grossa inversione di tendenza degli ultimi anni da parte degli albergatori che ora puntano decisamente sulla qualità, e su una cultura dell’ospitalità che non si limita solo al miglioramento delle strutture alberghiere ma anche alla formazione professionale e all’aggiornamento degli addetti. E’ in atto, cioè un grosso sforzo comune, sostenuto dall’Ascom, che crea nuovi stimoli in vista di restituire ad Asiago e all’Altopiano quel ruolo di leadership turistica che negli Anni Settanta sembrava ormai acquisito, e dunque in vista di ottenere quei risultati di visibilità nazionale e internazionale e quei traguardi tangibili di presenze a cui mira anche il Comune.
E se Asiago ride, Recoaro lo fa solo in parte. La cittadina termale viene fuori da un periodo di grande involuzione e sembra in ripresa anche se non è facile. Inutile soffermarsi sulle ragioni di una decadenza progressiva che aveva rarefatto la domanda in una località che, al di là della vocazione turistica, dei ricordi storici e delle tradizioni locali, mantiene peraltro notevoli potenzialità. La Perla delle Piccole Dolomiti ha le montagne e le terme, percorsi escursionisti invidiabili, e poi la cittadina è bella e attraente. Pure una non adeguata politica di immagine, la sua posizione geografica «a cul de sac», la difficoltà dei collegamenti, la stessa decadenza delle strutture alberghiere, la carenza di investimenti e servizi che si è riflessa sulla stessa qualità della domanda, hanno causato una crisi piuttosto complessa dalla quale però ora Recoaro cerca coraggiosamente di uscire.
Gli albergatori attendono turisti per quella che è considerata l’alta stagione, le prenotazioni vanno bene, il caldo aiuta, anche se a giugno l’affluenza è stata scarsa e promettono più settembre e ottobre. In ogni caso si esce da un calo, o meglio da una caduta verticale che nel 2001 era stata del meno 20 per cento rispetto all’anno precedente, ed ora si sta risalendo la china, anche se, come detto, non è assolutamente semplice. Oltre che sugli investimenti strutturali e sulle terme, che restano il principale appeal turistico della Conca di smeraldo, anche qui si punta sulla proposta alternativa della mountain bike e su una offerta di manifestazioni curata dagli stessi albergatori e dagli operatori economici insieme al Comune.Il turismo resta più che altro quello della terza età, ma ora la scommessa per il futuro è di richiamare i giovani. La strada da percorrere è lunga. Servono strutture, servizi e risorse. Ma albergatori e operatori vantano un’ottima preparazione e le prospettive si possono trovare, anche perché il pessimismo non serve.
L’ultimo caldo di giugno ha aiutato anche Tonezza, che ora spera molto per l’estate dopo una primavera fredda e piovosa che aveva frenato molto le prenotazioni. Anche l’Altopiano del Cimone cerca una importante «resurrezione» dopo un lungo anonimato che ha limitato le affluenze solo ai periodi di punta dell’estate. Sono lontane le grandi stagioni degli Anni Settanta, ma Tonezza vanta credenziali turistiche di prim’ordine, tutte da sfruttare. In ogni caso ai turisti viene ora offerto un ricco programma di manifestazioni da aggiungere alle attrattive naturali della zona.
Abbiamo finora parlato dell’impegno congiunto degli albergatori, degli operatori, dei consorzi di promozione, dei Comuni. E c’è sempre forte e tangibile il sostegno della Confcommercio. Non abbiamo invece mai parlato del supporto istituzionale degli enti pubblici per la promozione del territorio e del prodotto turistico. «E questo perché - spiega il presidente provinciale della Confcommercio Sergio Rebecca - dopo l’approvazione da parte del Parlamento della legge quadro sul turismo, la cosiddetta riforma, a più di un anno dall’entrata in vigore della 135, manca ancora il decreto attuativo, quello che deve contenere le linee guida e gli indirizzi per l’attività normativa delle Regioni. Tutto, quindi, è ancora fermo e questo lungo impasse provoca grossi problemi».
Come dire: dal 5 maggio del 2001 sono passati oltre tredici mesi e non si vede ancora nulla. O meglio c’è stata solo l’abrogazione delle Apt, passate come competenza alle Province. E non c’è nulla da fare, se non aspettare che a livello centrale si decidano a emanare un provvedimento che è assolutamente essenziale per dettare indicazioni operative e fornire strumenti promozionali. Il decreto dovrà infatti servire a definire una nuova classificazione alberghiera, a individuare le imprese turistiche, nonchè i requisiti e i criteri per l’esercizio delle imprese e delle professioni turistiche. Inoltre dovrà perseguire un obiettivo fondamentale come il riconoscimento del ruolo strategico del turismo, dovrà supportare le imprese sulla strada della qualità, sostenere l’uso degli spazi rurali e delle economie marginali, promuovere la ricerca e l’immagine. C’è un enorme lavoro da fare, e invece la Regione ha le mani legate e si resta fermi alla vecchia legge 13 del ‘94, sia pure con tutte le modifiche susseguitesi sino ad aprile del 2001. Non c’è però più tempo da perdere. Il turismo rappresenta un patrimonio economico straordinario e il futuro inizierà veramente solo quando anche la normativa verrà incontro alla giusta e sacrosanta esigenza di rilanciare un prodotto che nel Veneto e nel Vicentino vanta una materia prima di assoluta grandezza.
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