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Confcommercio Veneto Notizie

PRODUTTORI E COMMERCIANTI CONCORDANO: E’ IL GELO LA CAUSA DEGLI AUMENTI DELLA VERDURA

Nr. 02 del 29/01/2002

Incontro nella sede Ascom tra Coldiretti e fruttivendoli per chiarire la situazione

Produttori e commercianti concordano: i prezzi degli ortaggi hanno subito rincari considerevoli ed è giusto chiarire al consumatore i motivi di tali aumenti, soprattutto per evitare che accuse genera-lizzate, quanto superficiali, aggravino ancor più una situazione già di per sé difficile sul piano degli acqui-sti. E’ questa la sintesi del confronto avvenuto qualche giorno fa nella sede dell’Ascom di Vicenza tra la dirigente della Coldiretti provin-ciale, nonché componente della commissione ortofloro-vi-vaismo, Maria Clotilde Pi-gatto, accompagnata dal fun-zionario Domenico Dal Sasso, e il presidente dell’associazione provinciale dettaglianti ortofrutticoli della Confcommercio, Remo Seganfreddo.
«Non possiamo accettare di essere additati come i principali protagonisti dei rincari - ha esordito Seganfreddo - o peggio ancora come degli speculatori. La clientela è per la nostra attività un elemento essenziale, che sappiamo di dover tutelare; ancor più, in una situazione di mercato che diventa ogni giorno più selet-tiva. Il consumatore non è uno sciocco che acquista senza valutare la qualità e il prezzo del prodotto e ha la capa-cità e la determinazione di mettere all’angolo il nego-ziante poco serio. Siamo per- tan-to consapevoli che even-tua-li «comportamenti furbeschi» avrebbero ben poco futuro».
L’incontro tra le due prin-cipali associazioni che riuni-scono in provincia di Vicenza i produttori e i commer-cian-ti di generi ortofrutticoli è stato solo il primo di una serie di confronti che gli opera- - tori delle due categorie hanno in programma, per l’immediato futuro. L’obiettivo co-mu-ne è tentare di ri-solvere con spirito di collaborazione la realtà del rincaro dei prezzi, individuando soluzioni che soddisfino ambedue le parti, senza dimenticare, logica-mente, i principali fruitori del servizio, ovvero i con-sumatori.
Fin dal giorno seguente l’innesco della polemica, apparsa sulla stampa e ripetutamente ripresa dai telegiornali, il direttore della Confcom-mercio provinciale era intervenuto per precisare la posizione dei negozianti: «Nes-suna speculazione - aveva dichiarato Andrea Gallo - : l’aumento dei prezzi è il frutto di una condizione meteorologica eccezionale. Gli arrotondamenti dell’euro non c’entrano per nulla. Casomai si tratta di una non corrispondenza tra la domanda di generi ortofrutticoli, rimasta invariata, è l’offerta, sensibilmente ridotta a causa del freddo».
La dichiarazione di Gallo è stata ripresa anche da Remo Seganfreddo nel corso dell’incontro con la Coldiretti: «Gli aumenti sono legati all’anomala ondata di gelo che perdura dalla nevicata del 13 dicembre scorso e dalla siccità. A subire rialzi di prezzo è comunque solo la verdura e non la frutta» ha detto il presidente dei dettaglianti. Concorde su questo punto, il dott. Dal Sasso ha aggiunto: «La dinamica dei prezzi degli ortaggi registrata nell’ultimo periodo è conseguente anche alla scarsa produzione locale. Il gelo continuo ha ridotto drasticamente i raccolti. La quantità di prodotto di campo, sano, risultante al coltivatore, è di circa il 70-80% in meno rispetto a quanto dovrebbe risultare se la situazione climatica fosse nella norma. Al momento quindi, il prodotto vendibile è solo il 20 - 30 %, con considerevoli aumenti dei tempi di pulitura e confezionamento per la grande quantità di scarto. In questa situazione di scarsa produzione, con una domanda di mercato, quindi, che supera abbondantemente l, con in più una mole di lavoro triplicata, è evidente che i prezzi aumentino e che ne risenta tutta la filiera. In particolare questa situazione interessa i prodotti in campo (radicchio, broccoli, verze) mentre per i prodotti di serra (zucchine, pomodori, peperoni, melanzane, insalata, ecc.), non locali, che provengono per la stragrande maggioranza dal centro e dal sud dell’Italia, le motivazioni che giustificano i rincari dei prezzi sono date non solo dal freddo eccezionale che ha colpito tali zone, ma anche dalla lievitazione dei costi di gestione delle serre - per mantenere una certa temperatura è necessario maggior combustibile -, dall’innalzarsi dei costi di trasporto e, anche in questo caso, dal rapporto tra domanda e offerta dei prodotti».
«C’è da dire che non tutte le verdure hanno prezzi alti - precisa Seganfreddo - . Prodotti come le patate, gli spinaci, la catalogna hanno prezzi invariati rispetto a prima del gelo. Inoltre, ricordiamoci che gennaio è di per sé il mese più critico per gli acquisti ortofrutticoli. E’, quindi, importante che il consumatore sappia valutare bene le proprie spese, privilegiando la stagionalità dei prodotti. In questo senso, è lo stesso negoziante che può consigliare quale prodotto scegliere e quali sono le alternative più convenienti. Il consumatore, invece, può ben individuare e, perciò, evitare le eventuali «trappole» presenti nel mercato».

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