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lunedì 06 agosto 2001

SONDAGGIO ISTER: COMMERCIO PRONTO PER L'EURO

Il processo di adeguamento prosegue a buon ritmo. Manca però la necessaria attenzione agli aspetti di marketing e ai possibili nuovi orientamenti della clientela

Il terziario di mercato dimostra una buona attenzione alle problematiche inerenti all’oramai prossima entrata in vigore dell’Euro, anche se non mancano alcuni temi su cui si potrebbe fare di più. Se infatti il grado di adeguamento “tecnico” (attrezzature, informatica ecc.) alla nuova moneta unica si attesta generalmente su livelli più che soddisfacenti, lo stesso non si può dire sul lato del marketing, dove poche sono le aziende che si sono per esempio soffermate su un’analisi delle conseguenze che questa autentica rivoluzione monetaria potrà portare sulla propria clientela.
E’ quanto emerge da una ricerca realizzata dall’Ister – Istituto per il Terziario della Confcommercio berica, su incarico della stessa Organizzazione e della Camera di Commercio di Vicenza – che nelle scorse settimane ha sottoposto un questionario ad un campione di imprese del commercio, del turismo e dei servizi operanti nella provincia.
L’obiettivo dell’indagine era di accertare il grado di adeguamento all’EURO di queste aziende e di verificare le diverse strategie intraprese, o da intraprendere, per affrontare l’imminente circolazione della moneta unica europea. Lo scopo, quello di monitorare la situazione e, in base ai dati emersi, elaborare gli strumenti o le azioni di supporto più idonei e ad un settore che avrà un ruolo di primaria importanza nella circolazione della nuova valuta a partire dal prossimo anno.








L’indagine verrà ripetuta per altre tre volte tra il prossimo settembre e la fine di dicembre, proprio per seguire in modo costante fase finale di avvicinamento all’euro e, per svolgere quell’azione di “sprono”, presumibilmente necessaria, verso le imprese ritardatarie.
Le aziende a cui è stato sottoposto il questionario (principalmente Pmi con un numero di addetti inferiore a 5) hanno dimostrato di conoscere le scadenze temporali che porteranno alla circolazione dell’Euro il prossimo anno. Per questo le principali aree gestionali sono già state adeguate o lo saranno nel prossimo futuro. E’ il caso delle aree amministrativa, commerciale ed organizzativa, già conformate all’Euro nel 53% dei casi e in via di adeguamento in una percentuale che va dal 25 al 29 per cento dei casi. In questo senso, le azioni concrete messe in campo dalle aziende vanno dalla modifica del registratore di cassa (il 72,55% delle aziende vi hanno già provveduto) alla fatturazione in Euro (già operativa per il 62,75% delle aziende e in predisposizione per il 19,61%); dall’aggiornamento del sistema informativo (già realizzato nel 58,82% dei casi e in via di aggiornamento nel 17,65% delle aziende) all’addestramento del personale (per il quale si sono attivate il 47% delle imprese e lo stanno facendo un altro 29,41%). Le aziende del terziario di mercato sono inoltre già pronte per l’esposizione dei doppi prezzi lira-euro: solo il 15,69% delle aziende intervistate non ci ha ancora pensato.
Un discorso a parte invece va effettuato per quanto riguarda il rapporto azienda-cliente. Qui qualche nota di preoccupazione traspare. Infatti solo il 49,02 per cento degli intervistati pensa che l’introduzione dell’Euro non porterà ad alcuna modifica nelle abitudini di spesa della propria clientela, e l’1,96% che il cliente sarà portato a spendere di più. Il 41,18%, invece, pensa che con l’Euro la clientela sarà orientata a spendere di meno, una percentuale che, se confermata dai fatti, creerebbe non pochi problemi ad un settore che già deve vedersela con una generalizzata contrazione dei consumi. Va detto però che a fronte di questa previsione pessimistica, solo una minima parte delle aziende ha predisposto azioni orientate al marketing: il 19,61% ha realizzato un’analisi delle clientela, il 7,84% un’analisi della concorrenza, il 9.6% ha modificato il punto vendita, il 13,73% ha predisposto del materiale informativo sull’Euro. Bassa anche l’attenzione ad un’altra problematica sbandierata in questi mesi dai mass media: il problema della circolazione di monete false, favorita dalla scarsa conoscenza della nuova valuta. Solo il 31,37% ha prenotato l’Euro kit per conoscere le nuove “facce” del contante europeo con un certo anticipo.






“Questa ricerca realizzata dall’Ister – è il primo commento a caldo del direttore della Confcommercio di Vicenza Andrea Gallo – ha evidenziato che le aziende del commercio sono a buon punto nell’adeguamento alla nuova moneta unica. D’altronde, l’alta partecipazione agli incontri e ai corsi specifici sull’Euro, organizzati dalla nostra associazione erano già un segnale concreto dell’attenzione che la problematica rivestiva per l’intero comparto. Per chi è ancora in ritardo si tratta ora di dare un “colpo di reni” e di mettersi al passo con gli altri. Chi ha già fatto tutto ciò che era tecnicamente indispensabile, deve invece fare un passo in più, ossia capire che l’Euro non è solo una scadenza da rispettare ma un’opportunità per intraprendere nuove strade di business”. La ricerca non è stata comunque solo l’occasione per fotografare l’attuale grado di adeguamento delle imprese all’Euro. “Le indicazioni che abbiamo raccolto – conclude Andrea Gallo – saranno elaborate con lo scopo di pianificare una strategia formativa e informativa mirata. Dopo l’estate la Confcommercio vicentina lancerà una nuova tranche di incontri e di seminari specifici per categorie atti a migliorare ulteriormente il livello di preparazione degli operatori alla scadenza di gennaio 2001”.


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