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giovedì 29 marzo 2001

NUOVO PRG: CONFCOMMERCIO PROPONE I PIANI DI DISTRETTO

Il presidente Rebecca ha incontrato l’assessore Zanettin e il prof. Crocioni

Il presidente della Confcommercio provinciale, Sergio Rebecca, si è incontrato, nei giorni scorsi, con il sindaco di Vicenza, Enrico Hullweck, l’assessore all’urbanistica, Pierantonio Zanettin e Giovanni Crocioni, professionista che ha ricevuto l’incarico dall’amministrazione comunale di redigere il progetto preliminare di variante al PRG, il piano regolatore generale. L’incontro rientrava tra le consultazioni programmate dall’architetto bolognese per raccogliere i pareri delle associazioni e degli enti in materia di pianificazione del territorio. Il presidente si è, quindi, fatto portavoce delle indicazioni che l’associazione, largamente più rappresentativa degli operatori del commercio, del turismo e dei servizi, ritiene prioritarie, a garanzia di un razionale sviluppo urbanistico-commerciale della città.
Rebecca, dopo aver evidenziato che "il commercio è estremamente sensibile alle modifiche che intervengono sul territorio, tanto che è sufficiente una semplice inversione del senso di marcia per determinare la rarefazione della clientela e la conseguente crisi dei negozi della zona”, ha puntualizzato l’importanza di capire gli orientamenti e le direttive che si vorranno inserire nella variante al P.R.G., per delineare le prospettive della rete commerciale esistente e i possibili scenari futuri.
“Se, fino al 1999, la relazione fra le attività del commercio e le previsioni urbanistiche è stata mediata dalla presenza dei Piani commerciali, che avevano lo scopo di equilibrare l’offerta distributiva alla domanda, oggi tali strumenti non esistono più e la gestione degli insediamenti commerciali è connessa alle disponibilità urbanistiche. In questo contesto si comprende il motivo per cui la regione Veneto ha stabilito, con la legge n. 37/99, l’introduzione, all’interno dello strumento urbanistico, della “pianificazione commerciale”, vale a dire l’inserimento nel Piano regolatore delle zone dove possono essere insediabili, e a quali condizioni, gli esercizi commerciali. Questo al duplice scopo di favorire la realizzazione di un’equilibrata rete distributiva e di garantire al consumatore la possibilità di scelta concorrenziale, favorendo, così, sia il contenimento dei prezzi, sia un corretto equilibrio tra attività di diverse dimensioni. A nostro parere – ha quindi suggerito Rebecca – lo strumento di conoscenza e di progetto più idoneo a tale scopo è il Piano di Marketing di Distretto, da affiancare al P.R.G., per consentire la precisa definizione delle strategie di intervento per ogni ambito territoriale, rapportabile ad un determinato bacino d’utenza. In pratica, dopo aver messo a fuoco le caratteristiche del distretto (popolazione, esercizi esistenti, modalità di accesso, parcheggi, fattori di richiamo o di debolezza, etc.), si tratta di delineare un programma sinergico di azione, per valorizzare e qualificare nel complesso le attività commerciali, senza dimenticare i servizi di ristorazione e di ricettività. Oltretutto, tali piani fornirebbero agli operatori il quadro completo dell’area nella quale intendono investire le proprie risorse, permettendo loro di optare per scelte più oculate, quali un posizionamento strategico o una specializzazione merceologica carente nella zona”.
Strettamente legati a questo discorso sono la definizione delle diverse tipologie degli esercizi commerciali e il contesto urbano dell’eventuale insediamento. «Gli esercizi di vicinato - ha precisato Rebecca - rappresentano la vera opportunità di rivitalizzazione del tessuto urbano, sia nei centri storici che nelle periferie. Andrebbero, insomma, «usati» per migliorare la vivibilità di una certa zona. Basti pensare alla funzione di servizio a favore della popolazione a mobilità ridotta e a quella di presidio del territorio, necessaria per contrastare il fenomeno del degrado. Il loro rafforzamento può avvenire sia attraverso interventi diretti, quali il miglioramento dell’accessibilità, la riorganizzazione delle strade commerciali, la riqualificazione degli spazi pubblici, le facilitazioni economiche per il rinnovo delle strutture; sia tramite il blocco nella realizzazione delle grandi strutture di vendita e il potenziamento delle aree di sosta”.
Nella sua esposizione, Rebecca non ha dimenticato la funzione della media distribuzione che, se ben collocata, può incidere sulla riqualificazione e sulla modernizzazione delle reti commerciali. Mentre, per quanto riguarda la grande distribuzione, il presidente Confcommercio non ha potuto non evidenziare come le superfici esistenti abbiano già fortemente penalizzato la rete commerciale minore e accentuato i già evidenti problemi di viabilità. “Il ruolo della grande distribuzione – ha detto Rebecca – va, dunque, attentamente verificato nella sua eventuale funzione integrativa, e non sostitutiva, dell’offerta commerciale esistente”.
Ritornando al tema dei Piani di Distretto, Rebecca ha ricordato che un concreto esempio di questo tipo di strumento programmatorio già esiste a Vicenza: si tratta del Piano di Marketing del Centro Storico, prodotto dall’Ister con il Comune e la Camera di Commercio. Tra le priorità di intervento, il piano in questione indica: il recupero e la riqualificazione dei vuoti urbani (ad esempio la zona ex carceri e la Rocchetta); il trasferimento delle attività che generano traffico, senza offrire un servizio specifico (come il deposito ex Saspi a San Rocco), conservando, invece, quelle che rafforzano l’attrazione della zona centrale: comune, biblioteca, poste e altre funzioni civiche. E ancora: riqualificazione dell’arredo urbano, in modo da rafforzare gli itinerari commerciali; agevolazioni per l’accesso al centro storico, potenziando l’offerta di sosta appena fuori le mura e puntando su un collegamento continuo tra la zona stadio e piazza Matteotti; realizzazione di autorimesse interrate per i residenti, in modo da liberare gli spazi pubblici di sosta.
Secondo l’Ascom, un capitolo a parte merita il tema del rapporto commercio-viabilità. Su questo Rebecca ha fermamente sostenuto che “deve essere superata l’attuale l’impostazione di tipo ingegneristico-trasportistico”. “L’annoso problema del traffico cittadino – ha aggiunto – non può essere affrontato con meri spostamenti di flussi di auto. Occorre, piuttosto, considerare in sede di progettazione il rapporto tra le strade e le presenze commerciali che già esistono e che, in molti casi, stanno passando momenti di difficoltà legati alla perdurante stagnazione dei consumi. Non può essere sottovalutato il fatto che la funzionalità della rete commerciale dipende anche da una buona accessibilità, dalla possibilità di sosta entro un raggio limitato, dalla «visibilità» dell’esercizio, dalla vivibilità del quartiere e dalla stabilità nel tempo dei percorsi di accesso. Una soluzione viaria tesa unicamente a fluidificare il traffico, in apparenza soddisfacente, può, infatti, non essere tale se si valutano gli effetti sulle attività commerciali e, di conseguenza, sulla vivibilità complessiva della zona”.
Una riflessione particolare nell’incontro con Crocioni, Rebecca l’ha riservata alla situazione del comparto alberghiero, che ha registrato negli ultimi anni un notevole incremento dell’offerta. Dai 1.920 posti letto esistenti in città nel 1996, si è passati ai 2.595. «Un aumento - ha spiegato il presidente dell’Ascom - non giustificato dall’andamento delle presenze, rimasto praticamente stabile, mentre è diminuita l’occupazione media delle camere. Pertanto, si fa sempre più concreto il rischio che l’esasperata competizione sul prezzo del servizio favorisca unicamente i gruppi di rilevanti dimensioni, non radicati sul territorio perdendo, così, una importante tradizione di ospitalità, anche culturale, riconosciuta in città”.
“E’, quindi, indispensabile - ha concluso Rebecca- limitare fortemente il rilascio di nuove licenze, contingentando nelle diverse zone la nuova volumetria ricettiva, per favorire, invece, il rinnovamento degli esercizi esistenti e, ove possibile, gli ampliamenti degli alberghi già presenti in città”.
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