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venerdì 27 settembre 2002

LEGALIZZAZIONE DEI LAVORATORI EXTRACOMUNITARI, I DUBBI RESTANO

La circolare del Ministero del lavoro non chiarisce secondo l’Ascom i dubbi e le incertezze sull’applicazione del decreto.

Regolarizzazione di colf e badanti extracomunitari. I dubbi sul decreto permangono. Il Ministero del lavoro invia una circolare di chiarimento ma la Confcommercio ribadisce la sua posizione: “I passaggi fumosi restano. E sono sempre molti. Anzi troppi. E questo - dice il direttore Andrea Gallo - può frenare tutta l’operazione vanificandone le intenzioni positive”. Secondo l’associazione di via Faccio anche la circolare giunta da Roma non sgombra il campo da un’incertezza di fondo che riguarda vari aspetti. Ma ecco cosa ha precisato il ministero. Il rapporto di lavoro – dice la circolare - deve avere avuto continuità dal 10 giugno al 10 settembre. Non è poi previsto che nella stipula del contratto di soggiorno la direzione provinciale del lavoro debba compiere degli approfondimenti sulla capacità economica del datore di lavoro o sulle caratteristiche dell’alloggio offerto. Particolare attenzione – si aggiunge – verrà invece posta a quei casi che facciano sospettare tentativi di simulazione: ad esempio quando ci siano numerosi rapporti fatti emergere da un unico datore di lavoro. La circolare precisa inoltre che il contratto di soggiorno per lavoro potrà essere pure a part-time, anche se l’orario minimo dovrà rispettare i limiti fissati dalla contrattazione collettiva e mai, comunque, scendere sotto le 20 ore settimanali. A seguire altre tre precisazioni. Primo: il nuovo rapporto di lavoro ha effetto a partire dal 10 settembre, per cui è da tale data che i datori di lavoro dovranno versare contributi e premi assicurativi. Secondo: non occorre procurarsi il libretto di lavoro dell’extracomunitario. Terzo: se il datore di lavoro non può recarsi personalmente allo sportello polifunzionale, il contratto potrà essere sottoscritto da una terza persona munita di procura.
Fin qui, dunque, la circolare di chiarimento che, però, come detto, secondo l’Ascom, non cancella i dubbi. “Si lasciano intravvedere – aggiunge il direttore Gallo –responsabilità a carico di quei datori di lavoro che prima hanno proceduto alla sanatoria e adesso dovrebbero far fronte dal 10 settembre, agli obblighi contrattuali e legislativi. Fra questi potrebbero essere compresi sia la denuncia all’Inail e sia la comunicazione da fare alla Direzione provinciale del lavoro”. “Attenzione però – sottolinea il direttore della Confcommercio –. La legge stabilisce infatti che tale comunicazione andrebbe fatta rispettivamente entro 24 ore e cinque giorni dopo la data di avvio del rapporto di lavoro. Ma il ministero dice che la data è retroattiva e che si parte dal 10 settembre. Insomma, un vero rebus”.
La verità – si sostiene all’Ascom – è che a poche settimane dalla scadenza dei termini per la presentazione delle domande la confusione è ancora tanta, senza contare che le disposizioni dell’attuale decreto legge potrebbero essere modificate in sede di conversione. “Siamo alle solite – conclude Gallo - . Ancora una volta ci troviamo alle prese con norme oscure e lacunose. La conseguenza è che si perde tempo e si rischia di perdere anche il treno. C’è chi di fronte a ostacoli del genere preferisce rinunciare. Noi come associazione non ci limitiamo a segnalare queste difficoltà, ma siamo impegnati tramite il nostro ufficio sindacale a dare assistenza a tutti i datori di lavoro che vogliono usufruire della sanatoria”.
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