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martedì 30 settembre 2003

BLACK OUT: I DISAGI DEI COMMERCIANTI

Il direttore della Confcommercio di Vicenza Andrea Gallo: “E’ stata una fortuna che sia successo di domenica. Questo fatto è la riprova della fragilità del nostro sistema energetico e della necessità di interventi immediati”
Black out. I commercianti vicentini non lamentano gravissimi disagi. Un sondaggio telefonico effettuato questa mattina dalla Confcommercio fra gli operatori di tutta la provincia ha escluso che nei supermercati e nei negozi, in particolare nella catena alimentare, nelle macellerie, nei pubblici esercizi, si siano verificati grossi problemi.
“Il fatto che il blocco improvviso dell’energia elettrica sia avvenuto di domenica ha limitato i danni, ma questo nuovo grave incidente di percorso – secondo il direttore dell’associazione di via Faccio Andrea Gallo – dimostra come la situazione sia diventata insostenibile per cui, se non si vuole mettere in ginocchio tutto il sistema economico, è urgente correre immediatamente ai ripari.”
“Sì – dice Gallo - : nella pesante emergenza che ha causato in tutto il paese è stata una fortuna che il black out sia avvenuto di domenica. I fornai non dovevano panificare, visto che di domenica le panetterie sono chiuse, e nelle macellerie, quando le celle non vengono aperte, gli impianti di refrigerazione riescono a mantenere pressoché inalterata la temperatura. Pertanto, per queste attività, problemi particolari non ce ne sono stati. Anche i supermercati hanno superato indenni l’emergenza perché dispongono tutti di gruppi elettrogeni autonomi che entrano in funzione automaticamente in evenienze del genere per cui non c’è stata alcun conseguenza su merci e prodotti freschi e surgelati. Per i bar e le pasticcerie le conseguenze le hanno avvertite più i clienti, soprattutto quelli più mattinieri. Le macchine per il caffè hanno cominciato a funzionare dopo le nove, e, per una domenica, in alcuni casi, qualcuno ha dovuto rinunciare alla fragrante brioche”.
“Tutto questo – continua Gallo – dimostra ancora una volta l’estrema fragilità del nostro sistema energetico e la necessità di interventi immediati, che però non siano tampone ma strutturali. Va ripensato il completo riordino del settore, visto che i metodi finora adottati, come la capacità di riserva e l’interrompibilità di alcune utenze, non appaiono più in grado di evitare altre crisi pericolose e di garantire fino in fondo imprese e consumatori, anche perché ormai la domanda non riesce più a tenere dietro alla domanda.
Questo black out conferma, per di più, la totale assenza di una seria politica energetica da parte di un Paese che, pur essendo fra i sette più industrializzati del mondo, continua ad avere strutture e impianti terzomondiali. Dopo ciò che è accaduto non si possono più rinviare decisioni. Istituzioni e governo devono assumersi la responsabilità diretta di una situazione che rischia, se queste crisi dovessero ripetersi di provocare guasti ben più ingenti a tutta l’azienda Italia. I black out non vengono sempre la domenica”.

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