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venerdì 26 settembre 2003

ASSEMBLEA DELLE AUTOSCUOLE DELLA PROVINCIA

Gli operatori hanno studiato le modalità operative per far recuperare l’integrità della patente agli indisciplinati, ma le risorse richieste sono superiori al previsto.

“Una grande prova di responsabilità della categoria”. Si è conclusa con questa constatazione l’assemblea delle autoscuole della provincia svoltasi nei giorni scorsi nella sede della Confcommercio di Vicenza, alla presenza di oltre il 90 per cento delle scuole guida dislocate sul territorio, a testimonianza del grande interesse suscitato dalle nuove disposizioni di legge che le riguardano.
Il Presidente Roberto Candia ha posto l’attenzione sulle modalità operative dei corsi di recupero dei punti della patente che, a norma del Decreto che regolamenta la materia, graveranno sulle autoscuole, così come la responsabilità in materia di certificazione delle presenze. “Se fino ad ora la nostra attività si rivolgeva al soggetto privato, ora abbiamo il compito di verificare e di certificare per conto della Motorizzazione che il singolo abbia seguito i corsi. Un bel salto che, però, sono certo, la categoria saprà affrontare con la serietà richiesta, confermandosi un partner su cui le istituzioni potranno contare”.
Ma la nuova responsabilità in materia di corsi non è stato l’unico argomento trattato. Giuliano Mancin, affermato consulente a livello nazionale del settore autoscuole, ha affrontato, infatti, l’aspetto puramente organizzativo del lavoro delle scuole guida, un’attività che si preannuncia a rischio, a causa della disponibilità che deve essere offerta, in una misura ben precisa, per il recupero di eventuali assenze. Tale disponibilità potrà far lievitare e perfino raddoppiare il monte ore complessivo dell’impegno assunto. In pratica, ogni lezione di due ore, se vi è anche solo un assente, dovrà essere ripetuta. “Dover rendere possibile il recupero è la questione che complica il quadro delle lezioni previste da un’autoscuola e credo che sarà il primo, anche se non l’unico, deterrente – afferma Candia – per altri enti che vogliano ottenere l’autorizzazione a organizzare corsi analoghi”.
L’unica disposizione incomprensibile e, probabilmente, incostituzionale, è quella che prevede che i docenti che svolgono i corsi nelle autoscuole debbano, oltre che aver conseguito l’abilitazione di insegnante, aver svolto tale attività, negli ultimi cinque anni, per almeno tre anni consecutivi. Sarà un’assurdità vedere giovani istruttori che insegneranno teoria per le patenti superiori, ma che non potranno insegnare in corsi di recupero punti con un pubblico di titolari di patenti A e B.
Non è mancata, nell’ambito dell’assemblea, una doverosa parentesi sul certificato di idoneità per la guida dei ciclomotori che, precisa il presidente delle autoscuole associate alla Confcommercio di Vicenza, è già obbligatorio. Ma l’eventuale mancanza sarà sanzionata dal 1° luglio 2004 per i minorenni e dal 1° luglio 2005 per i maggiorenni senza patente. “Con la collaborazione della Provincia e del CSA, stiamo già formando i colleghi all’approccio pedagogico dei corsi per gli utenti della strada ben più giovani di quelli cui siamo abituati – conclude Candia – . Un’altra responsabilità che, a giudicare dal successo dei corsi predisposti, la categoria accetta come una sfida di crescita”.

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