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giovedì 13 agosto 2009

CIRCOLI PRIVATI, BENE I CONTROLLI
PER EVITARE LA CONCORRENZA SLEALE

Tra studi di settore che non tengono conto della crisi, indici di congruità che di congruo hanno spesso ben poco facendo “imbufalire” gli operatori e scadenze fiscali (pochi giorni fa il versamento delle imposte 2008), appare forse inaspettato che l’associazione più rappresentativa delle aziende del commercio, turismo e servizi vicentine scriva una lettera di ringraziamento al comandante provinciale della Guardia di Finanza, il colonnello Antonio Morelli. Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio di Vicenza, ha invece espresso nero su bianco, a nome dei titolari di pubblici esercizi e discoteche beriche, la piena soddisfazione per il recente “blitz” con cui la Guardia di Finanza ha smascherato, nell’Alto Vicentino, una decina di finti circoli privati “no profit”. Si tratta di attività che nascondevano veri e propri esercizi commerciali a scopo di lucro, il tutto evadendo, secondo notizie di stampa, un imponibile che si aggira attorno ai 4 milioni euro. “Sono in primis i nostri associati – è il commento del presidente Rebecca – a segnalarci casi di finte associazioni culturali che in verità sono create solo per eludere il fisco, mettendo in atto una vera e propria concorrenza sleale nei confronti di chi fa il suo mestiere nel rispetto delle regole. Dopo una prima valutazione, noi giriamo queste segnalazioni agli organi preposti e fa piacere notare che questo fenomeno sia finito sotto la lente d’ingrandimento della Guardia di Finanza. Da qui il nostro plauso all’attività messa in campo nelle scorse settimane, che abbiamo voluto rendere pubblico con una lettera al comandante Morelli”. Va precisato che la Confcommercio di Vicenza non ha nulla contro i veri circoli privati, creati con l’unico scopo di promuovere valori e ideali particolari. L’indice è invece puntato contro chi opera in tutto e per tutto come un pubblico esercizio, ma si “traveste” da associazione “no profit” per non pagare le tasse. Ciò avviene anche sfruttando quanto prevede la legge che disciplina le associazioni di promozione sociale, secondo la quale “le quote e i contributi corrisposti alle associazioni di promozione sociale non concorrono alla formazione della base imponibile, ai fini delle imposte”. Morale: i punti ristoro dei circoli privati non pagano l’Iva, non pagano imposte dirette e quelle locali le pagano solo in parte. In pratica devono versare solo la tassa dei rifiuti ma in versione “ridotta” pari a un quinto di quella pagata da bar e ristoranti. E lo Stato perde introiti, secondo alcune stime, per circa un miliardo di euro l’anno. Senza contare che la disparità di trattamento fiscale e contributivo con i locali regolari comporta una distorsione del mercato. “Ma c’è di più – rincara il direttore della Confcommercio di Vicenza Andrea Gallo – nei mesi scorsi le pagine di cronaca locale si sono occupate più volte di alcuni fatti - risse, incendi forse dolosi in locali già teatro in passato di zuffe e accoltellamenti – che hanno visto come protagonisti locali gestiti da associazioni culturali. Erroneamente, e non è la prima volta che succede, questi circoli privati vengono confusi ad esempio con le discoteche, con notevole danno di immagine per il comparto. La precisazione è doverosa, per rispetto ai tanti operatori del settore che non vogliono e soprattutto non devono essere confusi con certe pseudo-associazioni. Infatti, al danno di una concorrenza sleale di alcuni di questi circoli, che non pagano le tasse come una normale attività, gli operatori onesti subiscono poi la beffa di essere accomunati, quando succedono fatti di cronaca, a locali che dovrebbero avere finalità di promozione culturale e invece fanno ben altro”. Poi, come già detto, ci sono le norme fiscali e contributive, dove i circoli privati hanno enormi agevolazioni che fanno gola a chi vuole aprire un locale sfuggendo al fisco e sulle quali, dunque, la Confcommercio di Vicenza chiede che non si abbassi la guardia.
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