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mercoledì 24 giugno 2009

IL MERCATO SU AREE PUBBLICHE
REGGE ALLA CRISI

In tempi in cui la crisi economica sta riducendo i consumi delle famiglie italiane, il calo delle vendite registrato dagli operatori del commercio su aree pubbliche del vicentino non è ancora drammatico.
La conferma arriva dai dati raccolti dal consiglio della Fiva-Confcommercio vicentina, l’associazione di categoria che raggruppa oltre 350 operatori su aree pubbliche della provincia. Nei periodi congiunturali difficili, come quello attuale, si assiste infatti, come evidenziano le stesse indagini nazionali, ad un aumento dell’affluenza della gente nei mercati ambulanti, collegato però ad un calo degli introiti medi degli operatori dovuto alla generalizzata contrazione della spesa familiare.
“Tra i colleghi vi è certamente preoccupazione – ha spiegato Adriano Girardello, presidente provinciale della Fiva - per la flessione delle vendite che, soprattutto negli ultimi mesi, si è fatta sentire indistintamente sulle varie tipologie trattate, con cali medi del 10-15 per cento rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, anche se alcuni settori, come l’ortofrutta e l’alimentare, hanno registrato riduzioni minori”.
Al di là del difficile momento che il settore del commercio ambulante sta attraversando, i mercati centrali e di quartiere conservano intatto tutto il loro “appeal” e continuano ad essere molto frequentati. I clienti sono in maggioranza donne, e chi va al mercato lo fa sia per fare acquisti legati alla convenienza dei prezzi e all’assortimento dell’offerta, sia per socializzare e godersi il piacere di stare all’aria aperta, passeggiando tra in banchi.
“Relativamente all’evoluzione del nostro settore - prosegue Girardello –, anche nei mercati del vicentino abbiamo assistito, seppur in maniera ridotta rispetto ad altre realtà del Veneto, ad un aumento dei banchi di proprietà di stranieri, in particolare cinesi, che espongono merce, soprattutto capi di abbigliamento e pelletterie, a basso costo. La clientela sa comunque distinguere le varie tipologie d’offerta presenti al mercato e sa anche che può contare su molti operatori che vendono prodotti al giusto prezzo, di qualità adeguata e di provenienza italiana, con in più la possibilità di acquistare anche articoli particolari, difficili da trovare altrove”.
Il consiglio provinciale della Fiva ha poi analizzato la questione, venuta recentemente alla ribalta per l’intervento del Senato, della vendita degli alcolici negli spazi pubblici. In base all’emendamento approvato da palazzo Madama il 10 giugno scorso, infatti, non sarebbe più possibile, per gli operatori su aree pubbliche, vendere anche la semplice lattina di birra (o qualsiasi bevanda al di sotto dei 21°).“Se tale norma venisse approvata anche dalla Camera - ha concluso Girardello - rischierebbe di penalizzare ulteriormente un comparto già provato dalla crisi dei consumi. Si tratta di un provvedimento che non serve a contrastare l’abuso di alcol e discrimina gli operatori ambulanti. Per questo ci adopereremo nelle sedi opportune perché la proposta di legge non venga approvata e siano invece attuate altre iniziative di prevenzione e contrasto all’abuso di alcol che troveranno certamente la collaborazione della nostra categoria”.

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