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lunedì 01 giugno 2009

RIVEDERE GLI STUDI DI SETTORE: ORA
LO CHIEDONO ANCHE I COMUNI

E’ il comune di Calvene il primo a rispondere alla richiesta della Confcommercio di Vicenza di deliberare sugli studi di settore, denunciando la sostanziale lontananza di questi strumenti di accertamento fiscale dalla situazione economica vissuta dalle imprese del territorio. Con un Ordine del giorno approvato all’unanimità dalla Giunta, guidata dal sindaco Riccardo Finozzi, l’amministrazione ha infatti deliberato “di chiedere che il Governo e il Parlamento italiano modifichino l’attuale normativa in materia, rendendo inapplicabile la determinazione del reddito con gli studi di settore per tutte le attività imprenditoriali e professionali inserite nel Comune di Calvene”.
La “mossa” dell’amministrazione vicentina si affianca ad analoghe prese di posizione di altri enti locali della regione (ad esempio la Provincia di Belluno) e si inserisce in una campagna lanciata dalle Ascom venete per una revisione degli studi di settore. “Il nostro invito – è il commento del direttore della Confcommercio di Vicenza Andrea Gallo -, che era contenuto in una lettera spedita alcune settimane fa a tutti i comuni del Vicentino, è che anche altre amministrazioni seguano l’esempio di Calvene, che ha dimostrato con questa delibera di essere sensibile ai problemi vissuti dalle imprese in questo particolare frangente economico. Il problema è che, oramai, la forbice tra la reddività presunta dagli studi di settore per negozi e pubblici esercizi e la situazione reale è diventata insostenibile. Non si può più rinviare una effettiva revisione di questi strumenti e per giungere a ciò, serve un impegno non solo delle associazioni di categoria ma anche dei comuni: è chiaro infatti se le attività chiudono perché alla crisi si aggiunge una crescente pressione fiscale ci rimette un’intera comunità, che perde servizi essenziali per la qualità della vita di un paese”.
A questo proposito l’azione di Confcommercio sta già avendo i suoi primi frutti.
Nei giorni scorsi, infatti, su richiesta dell’Unione Regionale del Commercio del Turismo e dei Servizi, si è riunito a Venezia, nella sede della Direzione Regionale delle Entrate, l’Osservatorio Regionale Studi di settore. L’incontro aveva come obiettivo proprio quello di affrontare, in modo specifico, il tema della territorialità, risultante dall’applicazione degli studi di settore in Veneto. All’incontro la Confcommercio regionale ha depositato ed illustrato una relazione nella quale si è dimostrata l’inattendibilità dei correttivi territoriali e l’errata collocazione di molti Comuni in un contesto economico e strutturale non aderente alla effettiva realtà.
Le motivazioni tecniche e i rilievi statistici posti all’attenzione di questo organismo sono stati recepiti e condivisi da tutto l’Osservatorio, che è dunque corso ai ripari. E’ stato infatti costituito un apposito gruppo di lavoro che dovrà rilevare tutte le anomalie riscontrate relative al rapporto tra territorio, impresa e momento economico. Tale lavoro sarà svolto con la partecipazione dei direttori degli Uffici di ogni singola Provincia, in stretto contraddittorio con i rappresentanti delle imprese.
“Con questa riunione – osserva il direttore Gallo - si sono riconosciute le giuste valutazioni effettuate dai rappresentanti delle imprese nei confronti di un sistema fiscale basato su mere presunzioni. L’auspicio è ora che i gruppi di lavoro contribuiscano ad una modifica degli Studi nella direzione di una migliore rappresentatività del territorio e delle imprese a cui si applicano; e in questo senso è ancora più importante che le amministrazioni locali facciano sentire la loro voce così come ha fatto il comune di Calvene”.
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