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mercoledì 23 maggio 2012

L’APPELLO DI CONFCOMMERCIO VICENZA: NON C’È PIÙ TEMPO, RIFORME SUBITO
Solo poche settimane per cambiare la legge elettorale. Che cosa si aspetta?
Notizia del 23 maggio 2012

“I segnali che arrivano dalle oltre 12mila aziende associate della provincia di Vicenza è quello di imprenditori che sentono aumentare sempre più, ogni giorno che passa, la loro sfiducia, la loro rabbia, in certi casi la loro disperazione per i tanti nodi irrisolti che continuano a condizionare l’economia e la vita sociale di questo Paese”. Così Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio di Vicenza, sottolinea il malessere del mondo del Terziario vicentino per la grave situazione economica, ma anche politica del nostro Paese. “Si sta diffondendo – afferma il presidente Rebecca -  una pericolosissima mancanza di prospettive sul futuro dell’Italia e la convinzione che, se si continua così, non si vada più avanti”.
Secondo il presidente della Confcommercio di Vicenza questa mancanza di prospettive dipende, prima di tutto, dall’incapacità di questa politica di fare le riforme necessarie e urgenti, richieste dal Paese, prima di tutto la modifica della legge elettorale. “Giova ricordare alla classe politica– sottolinea, infatti - che ci sono solo poche settimane a disposizione per avviare il cambiamento del sistema di voto prima della fine della legislatura, a causa dei tempi tecnici richiesti per le modifiche Costituzionali. Ma tutto sembra fermo, impaludato in un’incredibile melina. Non se ne discute nemmeno. Cosa si aspetta?”. Eppure la riforma elettorale è la base da cui il Paese può ripartire: il malcontento e la protesta dei cittadini, di cui le ultime elezioni amministrative sono un primo chiaro segnale, scaturisce infatti dalla consapevolezza che l’assetto attuale non è più accettabile. “La classe politica deve cambiare  registro – afferma Sergio Rebecca -, cominciando dal restituire ai cittadini il sacrosanto diritto di decidere chi li deve governare. Ad oggi, però, è completamente scomparsa dalla scena nazionale qualsiasi discussione su come restituire questo diritto ai cittadini, che è l’unico modo per fare tornare la politica al centro, ristabilendo una normalità in questo Paese dopo la scelta, opportuna e incontestabile, di una parentesi tecnica”.
A questa già difficile situazione socio-politica si aggiunge poi la poderosa manovra di drenaggio fiscale della ricchezza delle famiglie e delle imprese attuata dal Governo Monti per coprire il buco dei conti pubblici, a cui non è corrisposto un necessario rilancio dell’economia. “Non è stato fatto nulla per la crescita e per incentivare i consumi – è l’analisi del presidente Rebecca – e anche aver sbloccato i pagamenti alle imprese è certamente una buona notizia, ma non basta. I “governanti tecnici” devono porre più impegno all’ascolto delle istanze delle famiglie e delle imprese e in particolare del mondo del Terziario, che oggi produce più del 50% del Pil del Paese”.
La Confcommercio di Vicenza porta alla ribalta, in particolare, alcuni temi importanti che il Governo Monti dovrebbe affrontare.
Primo fra tutti rilanciare i consumi, che sono stati fino ad oggi mortificati dall’aumento della pressione fiscale (vedi Iva e Imu), facendo di fatto fermare l’economia interna.
Poi la riforma del fisco, l’unico sistema per combattere l’altro grande male del nostro Paese, vale a dire l’evasione fiscale. Finora, su questo fronte, si sono visti solo “coup de théâtre” con le battaglie dello scontrino, che di certo non servono a recuperare sistematicamente, così come dovrebbe essere, i milioni di euro di economia sommersa che si annidano soprattutto nei grandi capitali e in ben definite aree del Paese.
Quindi è fondamentale chiamare il sistema bancario alle proprie responsabilità nei confronti del mondo delle imprese. La mancanza di credito oggi è una stretta mortale per le nostre aziende. Le banche sono state aiutate nei momenti della massima crisi, ma oggi, a parte rare eccezioni, si sono trasformate ancor più in “santuari inaccessibili” per le Pmi: spread alti e ristrettezza del credito stanno affossando il sistema imprese.
Si deve inoltre operare con più efficacia sul fronte del taglio della spesa pubblica e dell’eliminazione degli sprechi.
E ancora: che fine ha fatto l’idea del federalismo? Non un cenno?
Infine, ultimo ma non meno importante, il rilancio del turismo. L’unica grande “materia prima” che possiede il nostro Paese è il suo patrimonio storico, culturale e naturalistico. Queste risorse, da sole, se adeguatamente valorizzate, potrebbero contribuire alla ripresa dell’economia e dell’occupazione, ma anche su questo fronte, secondo Confcommercio Vicenza, non si vede la pur minima  progettualità o proposte da affidare al prossimo Governo.

 

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