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LA PISTA CICLABILE IN CORSO SAN FELICE? NO GRAZIE, LE PRIORITA’ SONO BEN ALTRE
Comunicato del 28 settembre 2010

Perché realizzare una pista ciclabile in Corso SS. Felice e Fortunato senza prima discutere i pro e contro di tale ipotesi, in particolare con i commercianti della zona, i quali non hanno mai nascosto la loro contrarietà al progetto? Perché tra i tanti interventi che si devono fare in città e nel suo centro storico, quello più urgente pare essere proprio questo? E con quale beneficio per la zona e per la città, visto che si tratta di poche centinaia di metri di pista ciclabile che non si raccorda a nessun altro percorso riservato esclusivamente alle biciclette?
Sono queste le domande che i commercianti dell’area, rappresentati dalla Confcommercio di Vicenza, vorrebbero porre al Sindaco Achille Variati per avere risposte urgenti, tali da giustificare anche la determinazione con la quale si intende procedere con l’idea (tutt’altro che nuova) del consigliere alla mobilità, Claudio Cicero. Il progetto in questione è quello di realizzare la pista ciclabile lungo il lato sinistro di Corso SS. Felice e Fortunato (per chi arriva da Porta Castello), i parcheggi blu sul lato destro (quello dei Giardini Salvi, per intenderci) e al centro la carreggiata utile al transito dei autoveicoli e dei bus.
“I negozianti di Corso SS. Felice e Fortunato sono contrari al progetto – spiega Matteo Trevisan, presidente della Sezione 1 - Centro storico della Confcommercio di Vicenza - perché si va a modificare una situazione senza averne prima parlato, senza quindi ascoltare le motivazioni dei commercianti e senza valutare le conseguenze dell’intervento. Eppure è risaputo che qualsiasi cambiamento della viabilità in una determinata zona si ripercuote inevitabilmente sulle attività commerciali. E questo non sembra corretto, vista anche la disponibilità dimostrata dai commercianti della zona di collaborare e di accettare i disagi subiti durante l’estate, quando la necessità di procedere a lavori in Motton S. Lorenzo ha comportato, per il primo tratto di S. Felice, la cancellazione dei parcheggi esistenti e il passaggio di autobus nei due sensi di marcia. In più, proprio in quella occasione, il sindaco Variati aveva assicurato, con tanto di lettera ai residenti e ai negozianti, che al termine dei lavori in questione sarebbe stata ripristinata la viabilità precedente. Adesso la volontà sembra essere totalmente diversa e non ci trova d’accordo, senza prima una seria riflessione: a questo punto, l’unico intervento urgente che l’Amministrazione sarebbe utile facesse è quello di incontrarci per parlare e valutare assieme tutta la questione, in modo da capire cosa si intende realmente fare di Corso SS. Felice e Fortunato e del Centro storico”.
“Non è più accettabile, infatti, la logica degli interventi a spot – continua il presidente Trevisan -. Non ha alcun senso realizzare l’ennesimo troncone di pista ciclabile lungo qualche centinaio di metri che non si raccorda con altri percorsi riservati alle bici. Nel caso, poi, di corso SS. Felice e Fortunato, il tratto ciclabile si collegherebbe da un lato alla rotatoria di viale Milano, dove è già pericoloso l’attraversamento in auto, figuriamoci con in bicicletta! Dall’altro a Porta Castello, dove non ci sono altre piste ciclabili. Ci chiediamo tra l’altro: è stato fatto uno studio per capire la reale necessità di avere piste ciclabili nel centro storico e dove queste possono essere utilmente realizzate?”
Infine, il presidente aggiunge: “Comprendiamo che mobilità e accessibilità al centro storico debbano essere riviste, ma riteniamo che ogni intervento debba essere valutato all’interno di un piano generale. Ed è in questo piano, caso mai, che l’Amministrazione dovrebbe seriamente pensare anche alle reali esigenze di chi si sposta in bicicletta, con un percorso definito di piste ciclabili che davvero permetta l’attraversamento della città sulle due ruote. L’occasione migliore è data dalla prossima definizione del PUM, piano urbano della mobilità, al quale abbiamo dato la nostra piena disponibilità a collaborare per condividere scelte che sappiano garantire un futuro vivibile al centro storico, sia da un punto di vista residenziale che commerciale”.
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