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venerdì 20 giugno 2008

PANE FRESCO: NON E’ UNA QUESTIONE DI LOGO MA DI CHIAREZZA PROFESSIONALE, A TUTTO VANTAGGIO DEL CONSUMATORE E DEGLI STESSI PANIFICATORI

Non esiste nessuna guerra sul logo del pane, semmai, da parte dell’Associazione provinciale Panificatori della Confcommercio di Vicenza, la volontà di agire concretamente per la difesa del vero pane fresco.
L’iniziativa “Pane Fresco” è partita infatti circa sette mesi fa per valorizzare la professionalità e dare visibilità ai panificatori che si impegnano a produrre pane fresco mettendo al bando l’utilizzo di impasti congelati o surgelati. Da qui la garanzia fornita dal marchio (registrato dall’associazione di categoria vicentina), che si collega all’istituzione di un “disciplinare” con alcune precise regole di comportamento: solo i panificatori che, sottoscrivendolo, si impegnano al rispetto di tali impegni possono esporre il marchio “Pane Fresco” ed il relativo logo.
Si tratta di un marchio - a dire il vero già utilizzato da tempo dagli operatori dell’Associazione provinciale panificatori della Confcommercio di Vicenza -, che compare ora, sia nella vetrofania esposta dai panifici che aderiscono al progetto, sia sulla locandina che riassume i contenuti del disciplinare e sui cartellini esposti nelle ceste del pane posto in vendita.
Gli operatori di Vicenza e provincia che finora hanno sottoscritto il disciplinare sono 153 e rappresentano, dunque, più della metà dei panifici operanti in provincia e di quelli aderenti all’Associazione.
“L’iniziativa è nata da un gruppo di fornai – spiega il presidente provinciale Antonio Cristofani – decisi a tutelare la loro professionalità e il loro lavoro fatto di lavorazioni notturne e levatacce mattutine, necessarie se si vuole offrire al consumatore finale pane fresco, fatto secondo tradizione. L’idea è stata poi approvata dal consiglio dell’associazione panificatori e nelle assemblee di categoria fatte sul territorio e, successivamente, portata direttamente a conoscenza di tutti i panifici operativi di città e provincia, e non solo a quelli aderenti alla nostra organizzazione”.
Ma perché solo ora si è ricorsi all’utilizzo di un marchio garanzia? La risposta di Cristofani non lascia dubbi: “Perché è giusto fare chiarezza nel settore e dare la possibilità al consumatore finale di poter rivolgersi con fiducia a quei panifici che rispettano il disciplinare di utilizzo del marchio. Proprio perché stufi di essere confusi con chi si limita a sfornare pane, togliendo dalla cella frigorifera un impasto preparato chissà quanto tempo prima, o addirittura delle pagnotte precotte, l’iniziativa ha raccolto fin da subito un ampio consenso tra i nostri panificatori e ogni giorno registra nuove adesioni”.
Il lungo elenco di fornai che hanno sottoscritto il disciplinare (consultabile al sito internet www.panefrescovicenza.it) può essere dunque visto come una vera e propria mappa del buon pane vicentino.
“Purtroppo – continua Antonio Cristofani – nei confronti di un prodotto semplice, come il pane, la confusione che si crea agli occhi del consumatore finale è ancora tanta e, in generale, induce a pensare, ad esempio, che una pagnotta ancora calda da forno sia il segnale di un prodotto fresco, quando invece si può tranquillamente trattare di pane surgelato a cui è stata data solo una doratura finale. L’impegno sottoscritto dai nostri panificatori serve, quindi, a chiarire le cose, stabilendo tre precisi e inderogabili obblighi: il primo, che il pane sia posto in vendita al consumatore finale entro e non oltre la giornata nella quale è stato completato il processo di lavorazione; secondo, che sia prodotto secondo un processo continuo, privo di interruzioni finalizzate alla conservazione, a partire dalle materie prime fino alla completa cottura finale; terzo, che sia ottenuto con cottura di impasti che non hanno subito surgelazione, congelamento o altro tipo di processo finalizzato alla conservazione prolungata dell’impasto stesso e tale da costituire interruzione del processo produttivo, a parte la facoltà di impiego di tecniche di lavorazione finalizzate al solo rallentamento della lievitazione”.
“Solo rispettando queste semplici regole, infatti, c’è la certezza di consumare pane fresco, si è cioè sicuri, come consumatori - continua Cristofani – di acquistare un prodotto qualitativamente di buon livello e rispettoso di un metodo che affonda le proprie radici nella nostra tradizione. Molti panificatori vicentini che si riconoscono in questi principi stanno “facendo squadra” attorno a questo concreto progetto. Altri, se vorranno, potranno farne parte; l’iniziativa è infatti aperta a tutti gli operatori del settore che credono nella qualità del loro prodotto, che non può prescindere anche da una certa “dose” di correttezza professionale, oltre che da tutti gli altri ingredienti tipici del buon pane vicentino”.



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