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sabato 16 febbraio 2008

CIRCOLI PRIVATI: BLIZ SUGLI EFFETTI DI UNA LEGGE APPROVATA SOLO CINQUE MESI FA

E’ durata solo 5 mesi la certezza di avere in Veneto una legge sulla “disciplina dell’esercizio dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande”che, stabilendo regole precise per i circoli privati, favoriva i controlli e gli accertamenti per far sparire le forme di concorrenza sleale nei confronti dei tanti bar, ristoranti, in generale dei cosiddetti pubblici esercizi, esistenti nella nostra regione. E’ bastato, infatti, che il consigliere Nicola Atalmi del Pdci, nel corso dell’approvazione della Finanziaria regionale, alle cinque di mattina, presentasse due emendamenti (poi votati favorevolmente dal Consiglio), per riscrivere la parte della legge in cui si stabiliva che, in presenza di alcuni precisi elementi, i circoli privati (e i rifugi alpini) fossero equiparati ai pubblici esercizi, e pertanto assoggettati ad autorizzazione comunale e alle norme previste per la generalità dei pubblici esercizi (disciplina degli orari, divieto di somministrazione di alcolici dalle ore 2.00 alle 6.00, programmazione regionale e comunale, informazione sui prezzi). Con le modifiche apportate alla legge, da quelli che sono già stati definiti provvedimenti “salva circoli” e “salva rifugi”, sarà ora molto più difficile per gli organi di controllo “stanare” le false attività “no profit”.
“Un comportamento verso il quale non ci si può che indignare – dichiara Andrea Gallo direttore dell’Ascom – Confcommercio di Vicenza – e che non può essere giustificato nemmeno dall’ora tarda in cui è stato proposto l’emendamento in Consiglio. Quello che è successo è comunque grave, poiché va a depotenziare una legge, quella sui pubblici esercizi, che è frutto di una lunga concertazione tra i rappresentanti di categoria e la Regione”.
La legge quadro n. 29/2007, approvata il settembre scorso, dopo almeno cinque anni di discussioni e con il voto favorevole di tutti i consiglieri a parte una sola astensione, ha, infatti, realizzato una disciplina aggiornata del settore dei pubblici esercizi, codificando, all’art. 2, comma 5, una serie di figure sintomatiche della presenza di un’attività di somministrazione svolta in forma imprenditoriale. Questo nella considerazione che, spesso, la forma del circolo privato è scelta non solo per aggirare la normativa fiscale, beneficiando delle molteplici agevolazioni previste per i “no profit”,
ma anche per sottrarsi ai limiti a cui sono soggette le attività di somministrazione di alimenti e bevande e le attività di spettacolo e intrattenimento, ad esempio in materia di orario di chiusura, sicurezza dei locali.
“La regolamentazione valida per i circoli privati stabilita con la legge 29 – aggiunge Gallo – ha messo gli organi preposti al controllo nella possibilità di accertare la correttezza dell’attività svolta e smascherare forme di evasione fiscale e di concorrenza sleale nei confronti dei pubblici esercizi in regola. Ne sono prova i recenti controlli effettuati in tutto il Veneto dalla Guardia di Finanza da cui è risultato che una ventina di circoli nulla avevano a che fare con attività culturali, assistenziali senza scopo di lucro, celando, al contrario, vere e proprie attività imprenditoriali. Tutto questo ha evidentemente dato fastidio e punto interessi che toccano anche la politica”.
“Crediamo si debba urgentemente porre rimedio a quanto è successo – conclude Gallo - approvando quanto prima in Consiglio regionale un altro provvedimento che riporti la situazione alla normalità. Non fosse altro che per coerenza nei confronti di una regolamentazione approvata da tutti i consiglieri solo cinque mesi fa e per rispetto di quegli operatori del settore della somministrazione che ogni giorno si impegnano per offrire un servizio di qualità ai clienti, sottostando alle regole fiscali, previdenziali, igieniche, di sicurezza e alle normative di ordine pubblico vigenti”.

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