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venerdì 21 luglio 2006

“FARMACIE: SERRANDE ABBASSATE PER DIFENDERE IL SERVIZIO AL CITTADINO”

All’indomani dello sciopero delle farmacie indetto da Federfarma, il sindacato di categoria, per protestare contro il decreto Bersani e che ha visto aderire in provincia la quasi totalità degli operatori (solo in sei hanno tenuto aperto, oltre alle venti obbligate per turno) interviene il presidente provinciale di Federfarma Vicenza Alberto Fontanesi.
“L’adesione allo sciopero è stata altissima, sia nella nostra provincia che in tutta Italia – afferma con soddisfazione Alberto Fontanesi – e non poteva essere diversamente visto che il decreto delegittima il ruolo del farmacista, indebolisce e toglie efficienza al servizio farmaceutico e spiana la strada ai grandi gruppi economici e alle grandi catene distributive, che operano con finalità speculative e di mero profitto”.
“I cittadini devono sapere - puntualizza Fontanesi - che il vero problema non è tanto quello di poter comperare o meno i farmaci da banco al supermercato o all’autogrill, quanto quello di poter contare ancora su una rete capillare di farmacie su tutto il territorio, in grado di offrire un servizio professionale e indipendente. L’apertura ai grandi gruppi economici porta con sé il rischio di trovarsi in futuro con farmacie paragonabili solo a tanti punti vendita di una grande catena distributiva, che decide autonomamente quali farmaci vendere e a quale prezzo, in base alle proprie strategie di marketing. Il decreto Bersani va, infatti, ad incidere profondamente sulla redditività delle farmacie, soprattutto di quelle inserite nei piccoli paesi, e c’è da chiedersi se si potrà mantenere lo stesso standard di servizio e chi lo pagherà. Il rischio è, dunque, quello di perdere le piccole farmacie dei centri minori o dei quartieri, che molto spesso costituiscono l’unico presidio sanitario sempre accessibile e di far saltare così il sistema delle farmacie che negli anni si è dimostrato essere un efficiente avamposto di una sanità in grado di garantire un servizio professionale e omogeneo a tutta la popolazione”.

Il decreto legge Bersani che guarda alla liberalizzazione come ad un vantaggio per i consumatori, in realtà, secondo Federfarma, “fa il gioco delle multinazionali del farmaco, che vogliono aumentare i consumi di medicinali e far lievitare il business della salute oltre le reali necessità”.
“Se il cittadino può acquistare farmaci da banco a prezzi ridotti – sottolinea Fontanesi – si tratta evidentemente di un beneficio sul quale non si può che essere d’accordo. Ma c’è da chiedersi se per fare questo debba per forza andare al supermercato. Quando si parla di puntare agli sconti sui prezzi, purtroppo si fa riferimento a prodotti di consumo, e questo non è corretto se si parla di farmaci che incidono sulla salute della gente. Le nostre proposte sono invece per giungere ad un ribasso dei costi dei medicinali a monte, dove ci sono ampi margini per poterli ridurre, a tutto reale vantaggio dei cittadini.”
Vista la quasi totalità di adesione alla sciopero da parte delle farmacie vicentine non sono stati segnalati né in città, né in provincia, particolari disagi alla popolazione.
“Ci dispiace per le difficoltà che magari abbiamo creato a qualche cittadino – dice Fontanesi - ma la mobilitazione è veramente sentita da tutti i farmacisti e siamo certi che la gente saprà capire e condividere le motivazioni che l’hanno innescata. Ripeto: abbiamo protestato non perché il decreto lascia vendere i farmaci da banco nei supermercati o negli autogrill, che lo facciano pure e se ne assumano le responsabilità: Quello che non vogliamo e che, come prevede di fatto il decreto Bersani, si consegni il sistema farmaceutico italiano nelle mani dei grandi gruppi finanziari per gestirlo in base alle sole logiche di mercato. Vanno a difesi gli interessi dei cittadini ad avere un servizio di distribuzione dei farmaci capillare e indipendente, e il loro diritto alla salute”.
Le ragioni dei farmacisti sono state condivise, nei giorni scorsi, dall’assessore regionale alla sanità Flavio Tosi, il quale ha annunciato che nel caso il Governo non modifichi il provvedimento in questione, la Regione Veneto promuoverà specifiche azioni. Lo stesso Ministro della Sanità Livia Turco aveva a suo tempo dichiarato la contrarietà a portare la vendita di farmaci al di fuori delle farmacie, ma poi tutto è stato superato decreto legge Bersani. Ora si tratterà di vedere se la protesta dei farmacisti sortirà qualche effetto.
Nel frattempo Federfarma conferma la disponibilità di discutere con il Governo un reale ammodernamento della rete farmaceutica in Italia. “Il decreto Bersani ha di fatto espropriato il Ministero della Salute di ogni decisione a proposito dei farmaci da vendere fuori farmacia – sottolinea Fontanesi – e questo, oltre alla mancanza di concertazione con la categoria, è un fatto molto grave. Comunque, la strada del dialogo resta aperta, e Federfarma ha già dato indicazioni precise su come migliorare effettivamente il servizio al cittadino e ridurre i prezzi dei medicinali. Orari più elastici o maggiori servizi al cittadino e altro ancora, concretizzano una serie di proposte, in linea con gli obiettivi del decreto-legge, che renderebbero più efficiente il sistema farmaceutico, senza mettere in crisi le farmacie e il servizio sanitario. Ma è chiaro che in assenza di reali segnali positivi, che dovrebbero giungere nei prossimi giorni, la nostra protesta non potrà che continuare”.

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