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lunedì 05 settembre 2005

CARO CARBURANTI: I GESTORI SONO I PRIMI A SUBIRE GLI AUMENTI

L’impennata del costo del petrolio e il conseguente aumento dei prezzi al pubblico si fa sentire pesantemente sui consumi di carburanti. Gli ultimi dati diffusi dal Ministero delle attività produttive evidenziano un calo delle vendite di ben 134mila tonnellate di benzina rispetto a luglio dell’anno scorso, pari a un taglio che supera il 10 per cento.
Vicenza, stando alle rilevazioni dei benzinai dell’Associazione provinciale gestori di impianti stradali di carburanti Figisc – Confcommercio, non si sottrae a tale situazione, confermando la diminuzione delle vendite di carburanti, più o meno nella stessa percentuale. Non solo, sono in diminuzione anche tutti i servizi accessori offerti dagli impianti, come l’autolavaggio, il cambio dell’olio, la sostituzione dei tergicristalli e così via. Una realtà che preoccupa non poco i gestori che vedono diminuire gli incassi a fronte di costi di gestione degli impianti sempre più esosi. “Il vero problema – dice Gastone Vicari, presidente provinciale della Figisc – Confcommercio – è che la gente ha meno soldi da spendere e risparmia dove e quando può. Per quel che riguarda l’attività del gestore, oltre ai minori introiti, aumentano anche i costi a carico delle nostre attività. Per acquistare un’autobotte di carburante ci troviamo ad anticipare somme di denaro notevolmente maggiori rispetto a solo un anno fa, subendo in prima battuta l’aumento del prezzo del greggio”.
“Ma un altro aspetto che ci danneggia non poco - continua Vicari - come categoria è il diffondersi tra l’opinione pubblica dell’idea, sbagliata, che il gestore possa incidere sul prezzo della benzina, aumentandolo a piacimento. Invece, il guadagno del gestore su un litro di benzina rimane lo stesso anche se il prezzo di vendita dovesse, per assurdo, arrivare a 10 euro il litro. Non solo, gli accordi sottoscritti con le varie compagnie petrolifere ci obbligano al rispetto di precisi prezzi massimi, un impegno che tutela il consumatore contro qualsivoglia rialzo ingiustificato di prezzo delle benzine alla pompa”.
“Bisogna avere ben chiaro il concetto – continua Vicari - che il prezzo del carburante alla pompa è la somma di una miriade di componenti, la cui parte principale è a beneficio dello Stato. Iva ed accise si portano via circa il 61% e al gestore rimane, sull’attuale prezzo, poco più del 2% lordo di quanto pagato dall’automobilista. Secondo il nostro punto di vista, e il presidente nazionale Figisc Luca Squeri lo ha ribadito in più occasioni nelle sedi opportune, è su questo piano che si dovrebbe intervenire per ridurre i prezzi, sforbiciando sui tributi che gravano sul gasolio e soprattutto sulla benzina, il cui prezzo industriale è più basso del diesel. Non crediamo ci siano altre strade”.
E sull’ipotesi di contenere i prezzi dei carburanti puntando sul miglioramento dell’efficienza della rete degli impianti, il presidente Vicari non ha dubbi. “Nel Veneto, quello che si doveva e si poteva fare per la ristrutturazione della rete – dice - è già stato fatto. La nostra è una di quelle regioni che ha già compiuto un vero processo di ammodernamento della distribuzione carburanti, un percorso sostenuto dalla legge regionale varata nel 2003 e culminato con il nuovo piano di rete del maggio 2004. Nella nostra provincia, ad esempio se nel ‘93 si contavano 423 stazioni di servizio, ora, con la ristrutturazione avvenuta in questi anni, il numero si è ridotto a 315, con impianti dotati, per la stragrande maggioranza, di isole self-service. Un cambiamento che ha richiesto un sacrificio alla categoria soprattutto in termini di posti di lavoro e di investimenti per migliorare le strutture”.
Sull’onda emotiva dei rincari c’è chi ripropone l’apertura alla grande distribuzione, ma su questo punto la categoria dei gestori pone l’altolà. “La rete distributiva attuale – dice Vicari – è già competitiva e i consumatori possono trovare quei pochi centesimi di sconto che le catene della grande distribuzione promettono anche nel distributore sotto casa, con in più la comodità di usufruire di tutta una serie di servizi aggiuntivi che aumentano la convenienza del rifornimento e garantiscono un rapporto tra cliente e gestore sicuramente più umano e professionale. Seguire, senza tener conto delle conseguenze, quanto è stato fatto in Francia, dove la grande distribuzione ha avuto il sopravvento sui piccoli esercizi, potrebbe obbligare gli automobilisti a percorrere molti chilometri prima di poter trovare un’altra pompa di benzina”.
“Sulla questione – conclude Vicari - la posizione della Figisc- Confcommercio è chiara e non avversa a priori all’ingresso nel mercato di altri soggetti. La netta contrarietà si esprime solamente nei confronti di qualsiasi ipotesi di scorciatoie amministrative o corsie preferenziali a favore degli operatori della grande distribuzione organizzata. Alterare il complesso delle regole attualmente vincolanti per tutti i soggetti che operano nella rete carburanti, costituirebbe un indubbio vantaggio per una sola categoria di interessi, non coincidente, peraltro, con quella della maggioranza dei consumatori”.

Composizione del prezzo medio della benzina in Italia al 22/08/2005
(dati in €/litro, fonte Ministero delle Attività Produttive)
Prezzo al consumo pari a € 1,276, così suddiviso:
Prezzo industriale (comprendente il costo della materia prima, raffinazione, costi di stoccaggio e distribuzione primaria, costi di distribuzione secondaria, margine del gestore (circa il 2%), margine industriale, ecc.) € 0,499 (39,11%)
Accisa € 0,564 (44,20%)
Iva € 0,213 (16,69%)





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