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mercoledì 18 settembre 2002

DUBBI E INCERTEZZE SULL’APPLICAZIONE DEL DECRETO CHE REGOLARIZZA I LAVORATORI EXTRACOMUNITARI

La Confcommercio di Vicenza rileva gravi lacune nelle norme
Il direttore Andrea Gallo: “Gli aspetti oscuri della normativa possono frenare l’operazione di regolarizzazione”

Non sono passati nemmeno dieci giorni dall’entrata in vigore delle norme per la regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari privi di permesso di soggiorno, che già si stanno riscontrando le prime difficoltà applicative. Il rischio è che chi intende avvalersi della sanatoria resti alla finestra, perché i dubbi e le incertezze riguardano aspetti non di poco conto.
Per esempio: dopo che è stata presentata la dichiarazione di regolarizzazione e fino al momento della stipula del contratto di soggiorno, è possibile continuare ad avvalersi del lavoratore “irregolare”? Sembra di sì, ma in questo caso l’azienda dovrà da subito assolvere tutti gli obblighi inerenti alla costituzione del rapporto di lavoro, compreso il versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali? E quali sono gli adempimenti fiscali del datore di lavoro-sostituto d’imposta? Queste sono solo alcune delle domande, per ora senza risposta, degli imprenditori, di coloro cioè che dovrebbero essere parte attiva nella fase di regolarizzazione. Domande a cui si aggiungono altre incertezze. E’ il caso dell’assicurazione Inail: non si sa, infatti, se nel periodo intercorrente tra la presentazione della dichiarazione di regolarizzazione e la effettiva definizione della pratica, che potrebbe essere anche di qualche mese, il lavoratore si possa considerare effettivamente coperto dall’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.
La legge, poi, permette la regolarizzazione per i lavoratori extracomunitari privi di permesso di soggiorno che lavorano almeno dal 10 giugno di quest’anno, ma nulla si sa su quali oneri verranno richiesti al datore di lavoro per l’eventuale periodo prestato precedentemente “in nero”. In questo senso il Decreto Legislativo 195 prevede esplicitamente che sono dovuti i contributi omessi (rinviando tra l’altro ad un successivo provvedimento le modalità e la misura dei versamenti), ma non viene spiegato alcunché relativamente alle altre norme, non previdenziali, violate. A dire il vero, chiarimenti sui punti controversi della normativa dovrebbero essere imminenti: il Ministero del lavoro sarebbe infatti in procinto di emanare una circolare esplicativa.
E poi, quali pretese potrà vantare il lavoratore, una volta regolarizzato, in relazione a reali o presunti diritti inerenti periodi di lavoro precedenti il 10 giugno? Se non dovessero intervenire chiarimenti è certa una recrudescenza delle controversie di lavoro e di quelle natura previdenziale.
A poche settimane dalla scadenza dei termini per la presentazione delle domande di regolarizzazione, dunque, la confusione è ancora tanta, senza contare che le attuali modalità della sanatoria fanno capo ad un Decreto Legge, che potrebbe anche essere modificato in sede di conversione.
“Siamo alle solite: ancora una volta gli operatori economici, ma anche i semplici cittadini nel caso di colf e badanti, sono alle prese con norme oscure e lacunose, che costringono chi se ne vuole avvalere a perdere il proprio tempo alla ricerca di chiarimenti e corrette interpretazioni – commenta Andrea Gallo, direttore della Confcommercio di Vicenza –. In questo modo, anche le migliori intenzioni del legislatore sono vanificate, perché alla fine, di fronte ai dubbi e alle incertezze, molti preferiscono non avvalersi delle possibilità offerte. Per parte nostra, come associazione di categoria – continua Gallo – non ci limitiamo soltanto a segnalare le difficoltà applicative della legge, ma siamo impegnati, tramite il nostro ufficio sindacale, a dare assistenza qualificata a tutti i datori di lavoro che intendono procedere nell’iter di sanatoria”.


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