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giovedì 04 dicembre 2008

STUDI DI SETTORE: LA REVISIONE E’ NECESSARIA

Anche il Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, si è espresso in modo favorevole nei confronti della revisione degli studi di settore. Alla dichiarazione ufficiale del Ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che nei giorni scorsi ha dichiarato che “gli studi di settore devono essere collegati all’andamento effettivo del mercato”, si aggiunge così un’importante voce del Governo, che va a dare speranza all’ipotesi che le istanze di Confcommercio in tal senso siano effettivamente accolte.
L’associazione che raggruppa le imprese del commercio, del turismo e dei servizi ha infatti chiesto al Governo di correggere gli attuali studi, poiché tale forma di accertamento fiscale risulta inefficace nel rappresentare correttamente la realtà delle imprese, soprattutto tenendo conto delle ripercussioni della crisi finanziaria in atto sull’economia reale.
Confcommercio Vicenza, proprio per protestare contro l’iniquità degli studi di settore, lo scorso anno aveva raccolto più di 6.000 firme e partecipato attivamente all’azione promossa da tutte le Ascom del Veneto finalizzata sia alla cancellazione degli “indici di normalità economica” che alla richiesta di una revisione, concertata con le categorie economiche, di questi strumenti di accertamento del reddito.
“E’ evidente che l’oramai cronica sofferenza dei negozi al dettaglio non è assolutamente valutata dagli attuali studi di settore, calibrati, fra l’altro, su un’economia in crescita – dichiara Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio di Vicenza –. Ma attualmente l’andamento reale di molte aziende si discosta da questi parametri ogni giorno di più e la tassazione che ne deriva risulta spropositata rispetto al reddito effettivo. Il rischio di chiusura di queste attività è, quindi, molto alto. Ed è per questo che è necessario che il Governo prenda atto di questa realtà, apportando i necessari correttivi agli studi”.
“Le assicurazioni fatte in tal senso dai Ministri Sacconi e Tremonti, gli appoggi di molti esponenti del Parlamento e, soprattutto, il fatto che il decreto anticrisi varato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri preveda una deroga agli studi di settore – conclude Rebecca – sono segnali importanti che accogliamo con grande fiducia. Ciò che conta è però vedere come e quando si interverrà, attraverso dei correttivi; aspettiamo, quindi, di vedere i decreti di attuazione degli interventi, senza nel frattempo perdere di vista l’obiettivo, che è appunto quello di fare il possibile per eliminare le difficoltà a cui vanno incontro le nostre imprese, tra cui, appunto gli effetti derivanti da studi di settore ben lontani dalla realtà”.



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