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lunedì 23 gennaio 2012

LA LEGGE REGIONALE SU ORARI
E APERTURE
Negozi, di regola, chiusi la domenica e orari limitati, in attesa della Corte Costituzionale
Notizia del 23 gennaio 2012

La totale deregulation sugli orari e aperture introdotta dalla manovra  “Salva Italia” ha dato il via libera, a livello nazionale, ad un vero e proprio “far west” nel settore, dove ognuno pensa di poter fare, sostanzialmente, quel che gli pare. Fortunatamente in Veneto non è proprio così. Con una mossa quanto mai lungimirante, il Consiglio Regionale ha infatti approvato, a fine dicembre, la legge 30/2011 che ha disciplinato, tra le altre cose, anche la materia degli orari di apertura e chiusura delle attività di commercio al dettaglio. Allo stesso tempo la Regione ha deciso di far valere, in sede di Corte Costituzionale, la propria competenza sulla regolamentazione del commercio, mettendosi “di traverso” sulla strada delle liberalizzazioni di Monti con uno specifico ricorso. Una posizione, questa, che ha suscitato il plauso sia di Confcommercio Veneto che della Confcommercio di Vicenza: le associazioni hanno peraltro annunciato di voler mettersi al fianco della Regione per sostenere la preminenza delle competenze locali e contro la deregulation nazionale.

La norma sugli orari. Ma cosa dice, nella sostanza il provvedimento regionale e in cosa si differenzia rispetto alla Manovra “Salva Italia”? In quest’ultimo caso si fa presto a riassumere: per Monti si può tranquillamente tenere aperto 24 ore su 24. Per la nuova legge Regionale, invece, i negozi possono restare aperti dalle 7 alle 22, senza il precedente limite massimo di 13 ore giornaliere.

Le chiusure infrasettimanali. La manovra Monti non prevede alcuna limitazione alle aperture. Dunque tanto meno quelle infrasettimanali che erano obbligatorie in alcuni comuni. Anche la nuova norma regionale prevedere questa abolizione, dunque chi vuole, nei giorni feriali, può tenere aperto sempre.

Le chiusure festive e domenicali. Fosse per il così detto Salva Italia si potrebbe lavorare sempre, anche a Natale e Pasqua. Ed è su questa decisione che maggiormente si crea il conflitto con la norma regionale, oltre che sollevare la vibrate protesta di Confcommercio. In Veneto, invece, si è deciso di mantenere l’obbligo della chiusura domenicale e festiva nel commercio al dettaglio. C’è, però, l’ampliamento del regime di deroghe, portato dalle 8 festività più quelle di dicembre del 2011 al regime attuale, vale a dire 16 festività di apertura in deroga, più quelle di dicembre. Confermate le deroghe esistenti laddove sia vigente la qualifica di comune a prevalente economia turistica o città d’arte. Nelle 16 aperture consensite non è comunque possibile inserire le seguenti festività: 1. gennaio, Pasqua, 25 aprile, 1. maggio, 2 giugno e 25 dicembre.

Insediamenti commerciali. Anche su questo punto il “Salva Italia” vorrebbe “scippare” la competenza alla Regione, perché consentirebbe (il condizionale è d’obbligo in quanto l’interpretazione di questa specifica parte della norma non è del tutto chiara) l’apertura di nuovi esercizi commerciali sul territorio, senza contingenti, limiti territoriali o altri vincoli di qualsiasi altra natura, esclusi quelli connessi alla tutela della salute, dei lavoratori, dell'ambiente e dei beni culturali. Dal canto suo, invece, la Regione Veneto ha introdotto, con la Legge 30/2011, una moratoria alla costruzione di nuove superfici di vendita fino all’approvazione della nuova legge regionale sul commercio.

Questa dunque, in estrema sintesi, la situazione attuale, che ha creato, tra l’altro, un certo disorientamento tra i comuni che in questo periodo di solito pianificavano il calendario delle deroghe alle aperture festive. In questo senso, nei giorni la Confcommercio di Vicenza ha scritto una lettera a tutti i sindaci della provincia nella quale ha riepilogato la situazione relativa alla disciplina degli orari nel settore commercio. “Premesso – scrive l’Associazione - che, a parere di Confcommercio Vicenza i dubbi conseguenti alla divergenza tra i contenuti della L.R. 30/2011 e le previsioni dell’art. 31 comma 1 del D.L. 201/2011 – così detto “decreto Monti”, come convertito dalla Legge 214/2011, debbano essere risolti applicando la norma regionale, data la competenza esclusiva residuale delle regioni in materia di commercio. Considerato peraltro che il cosiddetto Decreto Monti è intervenuto in materia di orari e che tale accavallarsi di norme crea incertezza applicativa, appare quanto mai opportuno, almeno nelle more di una probabile e, si spera, tempestiva pronuncia da parte della Corte Costituzionale, prevedere un calendario di deroghe certe e se possibile condivise a livello locale con le rappresentanze degli operatori”. Va detto che i gruppi della grande distribuzione stanno impugnando al Tar molte ordinananze dei Comuni che si adeguano alla Legge Regionale, ma Confcommercio Vicenza, forte anche del parere degli esperti, che ha ricevuto conferma dalla Regione, chiede ai Comuni di andare avanti con la determinazione dei giorni festivi in cui i negozi possono restare aperti.
Nel frattempo le varie associazioni provinciali di categoria si sono ritrovate nei giorni scorsi in Confcommercio Veneto per valutare un’eventuale predisposizione di un calendario unico regionale delle aperture in deroga che, se adeguatamente e unitariamente pubblicizzato, potrebbe quanto meno risultare utile per orientare i consumatori che decidono di approfittare delle occasioni di shopping festivo.

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