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martedì 15 novembre 2011

TURISMO AD ASIAGO. PREZZI INVARIATI
MA COSTI PIU’ ALTI
Da una rilevazione del Mandamento, l’analisi della stagione appena trascorsa
Notizia del 14 novembre 2011

Il conto alla rovescia è già iniziato per la stagione turistica invernale sull’Altopiano di Asiago. E mentre gli operatori attendono l’apertura ufficiale degli impianti di risalita o degli anelli di fondo, in queste stesse settimane si stanno tirando le somme sull’andamento della stagione estiva.
A tale proposito, il mandamento Confcommercio ha recentemente realizzato una rilevazione, che ha evidenziato alcuni aspetti interessanti. La premessa è che, nonostante un’estate caratterizzata da un luglio un po’ particolare meteorologicamente parlando, la stagione appena trascorsa è giudicata positivamente dalle imprese del commercio, turismo servizi dell’area che hanno risposto al questionario dell’associazione. I giudizi “buono” e “discreto” raggiungono il 62% ed anche il confronto con il 2010 sostanzialmente regge.
Nonostante l’andamento soddisfacente, però, il 54% delle imprese interpellate lamenta un calo del fatturato e ciò anche se gli scontrini o le fatture emesse sono aumentati (per il 54% degli interpellati). Il “rebus” si spiega con la diminuzione degli importi di ciascuna operazione, che mediamente è pari all’1,4%.
Altro aspetto che la rilevazione mette in evidenza è la sostanziale stabilità dei prezzi e delle tariffe applicati dagli operatori del commercio e del turismo dell’Altopiano. Solo il 10% ha ritoccato in su i listini, l’83% li ha mantenuti invariati ed un 7% dichiara di averli diminuiti. Eppure, ben il 48% delle aziende che hanno risposto al questionario dichiarano che i prezzi applicati dai fornitori sono aumentati  rispetto al 2010 (mediamente di un +1,4%). In sostanza, dunque, le aziende hanno calmierato i prezzi a tutto vantaggio della clientela, riducendo però, a questo punto, la marginalità a causa degli aumenti subiti. Un segnale, questo, che fa capire l’impegno messo in campo dagli operatori per mantenere le proprie quote di mercato. E per salvaguardare anche l’occupazione: il 79% delle aziende, infatti, dichiara di aver impiagato lo stesso numero di persone dell’anno scorso e il 7% di averle addirittura aumentate.

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