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martedì 14 giugno 2011

RIFORMA DEL FISCO: NO ALL’AUMENTO DELL’IVA
Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio di Vicenza: “In una situazione di bassi consumi non è questo il modello con il quale realizzare l’auspicata riforma fiscale”
Comunicato del 14 giugno 2011


La riforma fiscale, di cui si parla da anni, ma che pare essere tra i prossimi obiettivi del Governo, oltre che essere un provvedimento invocato a gran voce da tutti, pone tante incognite su come reperire le risorse necessarie all’intervento.
La direttrice ipotizzata e cioè spostare il prelievo dalle persone alle cose e, quindi, aumentare l’IVA per finanziare la riduzione del possibile prelievo IRPEF o di quello sulle imprese, per Confcommercio non è quella giusta.  
''L’aumento dell’IVA, in una situazione di bassi consumi e con gli effetti in termini di aumento dell’inflazione ancora tutti da calcolare, non è la via con la quale realizzare l’auspicata riforma fiscale – dice Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio di Vicenza-. Le risorse semmai dovrebbero essere ricercate riqualificando la spesa pubblica, riportando nelle casse dello Stato quanto sottratto con l’evasione fiscale e mettendo in campo una seria ed efficace lotta contro lo spreco di denaro pubblico, un fronte, questo, su cui non si è fatto ancora abbastanza. Mi sembra quanto mai auspicabile, infatti, che oltre a lavorare sulle entrare, lo Stato cerchi prima di tutto di evitare la dispersione di denaro nei tanti rivoli del sistema”.
Secondo Confcommercio, la ventilata ipotesi di aumentare l’Iva e il conseguente aumento dei prezzi, abbasserebbero ulteriormente il clima di fiducia generale e soprattutto la propensione al consumo delle famiglie, ambedue oramai ai livelli minimi. “La domanda per consumi sostanzialmente ferma negli ultimi anni è uno dei problemi strutturali della nostra economia – dice Rebecca -. Confcommercio da tempo invoca provvedimenti per far ripartire i consumi interni, garantendo un maggior potere d’acquisto da riservare alle famiglie, ma tale obiettivo non sarebbe raggiunto se si spostasse semplicemente l’imposizione da diretta a indiretta”. “L’aumento delle aliquote IVA – spiega il presidente della Confcommercio di Vicenza - si inserirebbe infatti  in una situazione già critica sul fronte dei prezzi, dovuta all’impennata dei costi delle materie prime, alimentari e non alimentari. Fino ad oggi, parte dei possibili rincari dei prezzi è stata compensata dall’azione di “calmiere” messa in atto dal mondo della distribuzione, proprio per non rischiare di perdere ulteriormente vendite. Svariati segnali lasciano però presagire che il volontario contenimento dei prezzi attivato dalle imprese abbia raggiunto livelli non più sostenibili e l’eventuale modifica delle aliquote Iva potrebbe avere conseguenze incontrollabili sul fronte prezzi e, quindi, dei consumi, senza contare gli effetti negativi dovuti ad una possibile ripresa dell’inflazione”.

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