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venerdì 20 maggio 2011

LE OSSERVAZIONI DI CONFCOMMERCIO VICENZA AL REGOLAMENTO EDILIZIO: “POTERI AL COMUNE PER OBBLIGARE
I PROPRIETARI DEGLI EDIFICI IN DISUSO
A PRESERVARNE IL DECORO”
Comunicato del 20 maggio 2011

Eliminare il degrado in centro storico significa chiedere l’impegno di tutti, sia del comune che dei privati cittadini, al rispetto della città, alla sua pulizia e al decoro. Un’occasione per ribadire questo compito civico, con specifica norma scritta, è data dalla prossima emanazione del Regolamento Edilizio. Per l’occasione,  con l’invio delle proprie osservazioni al documento, Confcommercio Vicenza ha chiesto al  Comune di mettere uno stop alle vetrine chiuse ed in disarmo, coperte da vecchie pagine di giornale, alle saracinesche abbassate e insozzate che danneggiano  l’immagine complessiva del centro storico e il decoro di alcune vie e piazze situate nel cuore della città. I casi, per fortuna, non sono moltissimi, ma sufficienti per invocare un qualche rimedio. Tra un bel negozio o un bar di tendenza capita  infatti di abbattersi in saracinesche malandate, vetrine spoglie (e sporche) che aprono la visuale su spazi vuoti e degradati o in  androni in stato di abbandono. L’effetto è quello di incidere negativamente sull’impegno che, invece, mettono in campo i commercianti, i titolari di locali pubblici e l’Amministrazione per rendere più accogliente il centro storico, puntando su arredo urbano di qualità e piacevoli vetrine.
Quale, allora, la soluzione? Il presidente della Confcommercio di Vicenza Sergio Rebecca e il direttore Andrea Gallo propongono al sindaco Achille Variati e all’assessore competente Pierangelo Cangini, di integrare l’articolo 49 del Regolamento in adozione. La richiesta è quella di prevedere la facoltà, per l’Amministrazione comunale, “di imporre ai proprietari la corretta manutenzione, il risanamento e/o la valorizzazione delle aperture ai piani terra costituite da vetrine, androni e altri locali momentaneamente chiusi, nel caso in cui lo stato di abbandono arrechi nocumento al decoro della via o determini un'interruzione visiva e/o funzionale di itinerari commerciali, da attuarsi attraverso la realizzazione di allestimenti (quinte espositive sulle vetrine, arredo e illuminazione degli androni, ecc.) che mascherino il mancato uso dell'immobile”.
In sostanza, se il negozio o il pubblico esercizio è chiuso (magari in attesa di un cambio di gestione o di essere nuovamente locato), la proprietà non potrà lasciarlo in uno stato di abbandono e, qualora ne ravvisi la necessità, il Comune potrà imporre gli interventi necessari al ripristino della situazione consona al decoro della zona.
“Il tessuto commerciale del nostro centro storico – spiega Matteo Trevisan, presidente della Sezione 1 Centro Storico di Confcommercio Vicenza – è da anni alle prese con alcuni casi emblematici di immobili in disuso, penso agli ex cinema “Corso” in Corso Fogazzaro o “Palladio” in viale Verdi, che costituiscono degli esempi di come uno spazio, per vari motivi inutilizzato, possa influire negativamente sull’immagine di un’arteria commerciale. Ma non si tratta di situazioni poi così rare, anzi: complice anche le difficoltà economiche che sta vivendo il settore è certamente aumentato il turn over di chiusure e nuove aperture di negozi e pubblici esercizi e nell’interregno tra una gestione e l’altra, i proprietari spesso non si preoccupano di conservare decorosamente lo stabile. Ciò è causa di un grave danno all’immagine complessiva della città e al suo percorso commerciale. La proposta di Confcommercio– continua Matteo Trevisan – è quella di dare al Comune i poteri per intervenire in tal senso, imponendo ai proprietari di mascherare il mancato utilizzo dell’immobile, provvedere alla pulizia interna ed esterna degli stabili, garantendo così una continuità visiva agli spazi commerciali che qualificano le nostre vie e le nostre piazze”.
Ora la parola passa all’Amministrazione Variati, chiamata ad accogliere le osservazioni di Confcommercio Vicenza, che è comunque intervenuta anche su altri punti del Regolamento edilizio in adozione, come il tema delle ristrutturazioni e demolizioni, delle destinazioni d’uso, degli elementi urbanistici, delle distanze, delle altezze minime e degli impianti fotovoltaici.
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