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AGRITURISMO, IL PROGETTO DI LEGGE REGIONALE NON CONVINCE
Comunicato del 21 dicembre 2010

Nei giorni scorsi si è registrata la presa di posizione molto critica dell’assessore provinciale all’Agricoltura Luigino Vascon sulla “metodologia unitaria di classificazione per gli agriturismi italiani”, una sorta di vademecum predisposto dal ministero delle Politiche Agricole, che dovrebbe orientare le varie normative locali in materia di turismo rurale. E al grido d’allarme lanciato dall’assessore sul pericolo di scardinare l’intero sistema agrituristico, si unisce anche la Confcommercio di Vicenza: “Queste attività – afferma Sergio Rebecca, presidente dell’Associazione - dovrebbero porsi non in termini di concorrenza con le tradizionali aziende della ristorazione e alberghiere, ma di complementarietà, trovando motivi di successo sulle caratteristiche di tipicità e sui legami con il territorio”. Bisogna dunque evitare, secondo Confcommercio, che l’agriturismo si trasformi in una scappatoia utilizzata da qualcuno solo per fare concorrenza ai pubblici esercizi, giocando però da una posizione di favore, considerato che tali attività sono regolate da norme fiscali e contributive particolarmente favorevoli.
Un rischio, questo, che per Confcommercio Vicenza si corre anche con il nuovo progetto di legge sull’agriturismo all’esame in Regione (se ne occupa la Quarta Commissione) e sul quale sono state recentemente inviate specifiche osservazioni tramite la FIPE Veneto (Federazione italiana pubblici esercizi - Confcommercio).
Con quest’azione Confcommercio vuole divenire parte attiva nella formulazione della legge, vigilando su alcune possibili novità, riguardanti ad esempio la provenienza e l’utilizzo dei prodotti nell’attività di agriturismo. Per l’associazione berica, infatti, è basilare che la nuova regolamentazione mantenga il concetto essenziale, ovvero che l’azienda agrituristica conservi il rapporto di connessione e complementarietà rispetto alla coltivazione del fondo, alla silvicoltura o all’allevamento del bestiame. Queste ultime attività, quindi, devono rimanere principali, mentre non sempre, nella realtà, lo sono. A tal fine, tra le proposte dell’Associazione c’è quella di inserire nella nuova legge una norma specifica per stabilire che “almeno l’80% dei prodotti provenga dall’azienda agricola connessa all’azienda agrituristica”; e un’altra disposizione che fissa l’aumento del limite minimo dei controlli.
Infatti, secondo Confcommercio Vicenza, per dare credibilità al settore agriturismo e, quindi, un ruolo efficace nell’ambito dell’offerta turistico-ricettiva regionale, a norme chiare deve essere necessariamente affiancata una seria azione di vigilanza da parte degli organi provinciali e comunali preposti a tale scopo.
“A dire il vero – dice Sergio Rebecca, presidente della Confcommercio di Vicenza - sul nostro territorio l’attività di controllo sulle attività agrituristiche, effettuata dagli organi della Provincia, è continua e dà garanzie. Resta però di grande importanza che, in sede di definizione della nuova legge regionale in materia, sia stabilita una normativa rigorosa, che punti a valorizzare l’autentica attività di agriturismo e, quindi, a eliminare l’escamotage di qualificarsi come attività del settore primario per poter usufruire di una fiscalità più vantaggiosa e di norme meno rigide rispetto a quelle previste per il settore della somministrazione di alimenti e bevande. Soprattutto quando, alla luce dei fatti, queste attività si dimostrano dei veri e propri alberghi o trattorie”.
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