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giovedì 23 dicembre 2004

LEGGE ANTIFUMO, ADEGUARSI E’ UN OBBLIGO PER TUTTI

Ormai è certo: salvo proroghe “all’italiana” dell’ultima ora, chi vorrà accendersi una sigaretta dopo il 9 gennaio 2005 lo potrà fare solo in casa propria o all’aperto. Il divieto di fumo nei locali pubblici, secondo le ultime disposizioni, riguarda infatti qualsiasi locale, con la sola eccezione “di quelli privati non aperti ad utenti o al pubblico” e “quelli riservati ai fumatori e come tali contrassegnati”. Occhio, quindi: non si parla solo di uffici pubblici e di esercizi pubblici, bar ristoranti, pizzerie, osterie, ecc., ma di qualsiasi locale accessibile al cittadino.
Dal 10 gennaio fumare sarà vietato anche nei negozi, nelle palestre, nelle discoteche, nelle sale giochi, negli alberghi e in generale in tutti i luoghi privati aperti al pubblico o a utenti.
Il chiarimento è arrivato solo pochi giorni fa con la circolare esplicativa del Ministero della salute, che dà una interpretazione molto restrittiva della norma antifumo. “In poche parole – spiega Ernesto Boschiero, vice direttore della Confcommercio di Vicenza – si potrà fumare solo nelle abitazioni private. In tutti gli altri locali, che si tratti di luoghi dove accede un pubblico esterno o semplicemente di luoghi dove ci sono lavoratori dipendenti, fumare sarà vietato”. Non si tratta di un particolare di poco conto, perché questo assoggettamento generalizzato alla legge significa, come prima conseguenza, che i cartelli di divieto al fumo devono essere esposti in ogni locale, pena l’applicazione di una severa sanzione all’esercente che va da 220 a 2200 euro.
Per venire incontro a quella che nei prossimi giorni sarà una vera e propria corsa al cartello di divieto, la Confcommercio di Vicenza si è mobilitata. “Stiamo spedendo in questi giorni una nota informativa a tutti i nostri associati e il cartello di divieto da esporre nei locali – continua Boschiero -”.

Ma le novità dell’ultima ora della legge antifumo non si fermano qui. A far “trasalire” i commercianti, ed in particolare i gestori di pubblici esercizi, è un altro punto della circolare esplicativa, tra l’altro non ancora pubblicata in Gazzetta Ufficiale: la responsabilità dei conduttori, o dei dipendenti e collaboratori eventualmente delegati, nel far rispettare la norma.
“In sostanza – spiega il vicedirettore della Confcommercio di Vicenza – il soggetto responsabile deve prima richiamare il trasgressore all’osservanza della legge e poi, se non è ascoltato, far intervenire i pubblici ufficiali preposti e rilevare la trasgressione”. Una responsabilità, questa, contro cui la Confcommercio si sta battendo, perché si tratta di una nuova – e non prevista dalla legge – fattispecie di illecito amministrativo, che stravolge lo spirito della norma fondata su una attiva collaborazione tra imprese e funzione pubblica nell’educazione dei consumatori a comportamenti più consoni a corretti stili di vita.
Da qui la richiesta di una circolare interpretativa che ritorni sulla decisione di addossare ai conduttori dei locali una vera e propria responsabilità oggettiva per i comportamenti dei clienti. In questo senso Confcommercio ritiene opportuno un rinvio dell’entrata in vigore del Dpcm del 23 dicembre 2003, che dà attuazione alla legge 3/2003. E ciò anche per poter chiarire gli ultimi dubbi sollevati, in questi ultimi giorni di libertà di fumare, da commercianti e gestori di pubblici esercizi. “In associazione arrivano giornalmente telefonate per chiedere chiarimenti – afferma Ernesto Boschiero - ci viene chiesto, per esempio, se possono esistere bar o ristoranti riservati solo ai fumatori. La risposta è no, ad oggi possono solo esistere locali dove il fumo è vietato e locali dove sono presenti apposite aree per fumatori, con ben determinate caratteristiche. Il Ministero si è riservato, in un successivo provvedimento ad hoc, di individuare eventuali ulteriori locali chiusi dove potrà valere la massima libertà di fumo, ma per ora questa possibilità non c’è”
Dubbi anche sulla grandezza delle sale fumatori. “Su questo punto – chiarisce Boschiero - la legge prevede che lo spazio destinato a chi fuma debba essere inferiore alla metà della superficie complessiva del locale”. Anche sulla collocazione della sala fumatori la legge mette dei paletti precisi. Gli spazi destinati agli “amanti” della sigaretta dovranno essere riconoscibili dal cartello area per fumatori e soprattutto, dovranno essere separati con idonee barriere fisiche - ad esempio pareti a tutta altezza - da quelli non fumatori. La sala fumatori, inoltre, non può essere un passaggio obbligato, non si potrà, ad esempio, passare per questo locale per andare al bagno, o al guardaroba, o alle cucine e così via. E la porta di accesso, poi, deve essere automatica e deve rimanere normalmente chiusa.
E se tutto ciò è materialmente impossibile? “Si è costretti a vietare il fumo in tutto il locale – afferma Boschiero. Nel caso invece ci sia la possibilità di una separazione fisica totale dell’area fumatori da quella non fumatori, la legge prevede di installare idonei mezzi meccanici di ventilazione forzata per garantire una portata d’aria esterna. “La cosa migliore, in questo caso – afferma Boschiero - è rivolgersi a società specializzate in questo genere di impianti, verificando con gli esperti dell’associazione il rispetto dei requisiti previsti dalla legge”.

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